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Campioni nel pallone

Dalle stelle alle stalle. Perché la vita del calciatore è bella anzi, bellissima. Denaro, tanto, e facile, accumulato in pochi anni di carriera tale da permettere vite da nababbi. Tutto sta sapersi gestire  e fare altrettanto con quegli ingenti capitali. Ma capita, spesso purtroppo, che alcuni non hanno saputo gestire l’ingente patrimonio e sono finiti sul lastrico. Dal verde del tappeto da calcio, al rosso in banca. Un passo breve, frutto a volte di investimenti sbagliati, in altri casi di vite sbagliate, irregolari dove i vizi hanno preso il sopravvento fino a portare alla rovina, o quasi. L’ultimo dei casi tocca un nome conosciutissimo nel mondo del calcio, bicampione del mondo con il Brasile, campione amato di Roma e Milan. “Pendolino” Cafù, ambasciatore ai prossimi mondiali nel 2022 in Qatar, non sta vivendo un momento felice. Il tribunale brasiliano gli ha già sequestrato cinque proprietà e pignorate altre quindici causa la mancata copertura economica di prestiti e debiti delle “Capi Penta International Player”, la società fondata dal calciatore insieme alla moglie Regina per gestire la carriera di agenti e calciatori nel mondo del calcio. Esposizioni milionarie nei confronti di istituti di credito per circa 1,8 milioni di euro. Cafù ha già detto di essere pronto a ripianare il debito in tempi brevi, ma è innegabile che un intero impero è caduto sotto i suoi piedi. 

Non il primo e neppure l’ultimo di grandi atleti finiti in bancarotta. Come l’altra stella brasiliana, Ronaldinho che deve allo Stato qualcosa come due milioni per un abuso edilizio, ma che in banca non ci sono. Anzi, sul suo conto corrente, risultano appena sei euro, il che rende l’affare ancora più triste. Perché, e qui bisognerebbe capirne i motivi, o è davvero sul lastrico, oppure ha giocato d’anticipo come ben sapeva fare sul tappeto erboso, e ha trasferito altrove i suoi averi. Il problema è la gestione del potere, perché tanti soldi portano spesso e volentieri a scelte sbagliate, a volte investimenti fallimentari ma anche ad una vita troppo viziosa, soprattutto una volta che si appendono gli scarpini al chiodo, senza più le entrate milionarie di una volta. Soldi tanti ma che a seconda della gestione, finiscono con il diventare pochi. 

Altri esempi l’ex campione del mondo del mondo con la Germania Brehme che ha avuto seri problemi con il fisco e si è ritrovato sul lastrico. Droga e alcol sono i nemici giurati dei viziati dell’ex pallone, come l'ex laziale Gascoigne che per droga e alcol ha rischiato più volte la vita oltre che lo svuotamento del suo patrimonio. L’ex milanista Muntari, quello del gol non visto in un Milan-Juve di qualche anno fa, si è visto sequestrare il Suv al confine tra Italia e Svizzera perché non aveva pagato le rate. Oppure la confessione più amara di uno degli idoli dell’Inghilterra calcistica, George Best, morto nel 2005 che confessò di aver sperperato tutti i suoi averi “tra auto di lusso, donne e alcol”. Un altro brasiliano campione del mondo nel 1970, Garrincha, ha finito i suoi giorni nella più totale povertà, finito dimenticato da tutti, persino da coloro che in vita hanno sempre tratto benefici dai suoi soldi. Perché finché li hai sei bello e profumato, servito e riverito, ma tutti pronti a voltarti le spalle nel momento in cui ne avresti bisogno. Anche di un consiglio o di un aiuto spirituale. 

La droga, aggiunta all’alcol, ha fatto danni irreparabili distruggendo la vita di una leggenda come Diego Armando Maradona che ha dilapidato un patrimonio inseguendo sempre quell’incredibile leggerezza dell’essere. E non solo calcio, visti i problemi che con la droga ha avuto Mike Tyson, finito anche in carcere per violenze. O Boris Becker, Bjorn Borg e l’ex campione di Formula Uno Fittipaldi, braccati dai creditori. Vite che finiscono in miseria o sull’orlo del fallimento per non aver saputo mettere un freno ad una vita che ad un certo punto imponeva una riflessione. Perché una volta chiusa l’attività agonistica, puoi anche avere un patrimonio faraonico, ma tutto sta saperlo gestire. Perché basta davvero un attimo per finire dalle stelle alle stalle.

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