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Cammini francescani nel cratere sismico: l’importanza degli investimenti realizzati

Foto di yinet gomez da Pixabay

La festa di san Francesco, quest’anno, ha un significato particolare per chi si trova a operare per la ricostruzione del territorio dell’Italia centrale colpita dal sisma 2016-2017. Le nostre comunità sono lo scrigno di cultura, arte e spiritualità che il Santo di Assisi ha contribuito a costruire, peregrinando in ogni borgo dell’Appennino centrale. Il tema del pellegrino è all’orizzonte non solo per l’Anno Santo 2025, ma anche perché si intravvedono ormai le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di san Francesco, nel 2026.

L’appuntamento francescano del 4 ottobre di quest’anno, alla Porziuncola e non solo, ha questo particolare profumo. Anche perché proprio poche settimane fa la Struttura Commissariale per la ricostruzione dopo il sisma del 2016 ha trasferito un milione e mezzo di euro alla Provincia Serafica di San Francesco d’Assisi per l’intervento di miglioramento sismico del campanile della Basilica di Santa Maria degli Angeli nel Comune di Assisi.

Ricostruire e prevenire, adoperarsi per la sicurezza dentro la fragilità preziosa dei nostri luoghi. L’intervento sul campanile di Santa Maria degli Angeli proteggerà un edificio di grande valore storico, garantendo anche maggiore sicurezza ai fedeli e ai numerosi visitatori che giungono ogni anno ad Assisi e che nel 2026 saranno ancora più numerosi. L’attenzione a san Francesco e alla sua presenza nella storia dell’Italia e del Centro Italia in particolare è stata ribadita anche con il trasferimento dei primi 300mila euro per il restauro delle mura esterne del Sacro Convento di San Francesco ad Assisi. Una tappa essenziale – complessivamente si tratta di finanziamenti per 11,8 milioni di euro – per ridare vita e lustro a uno dei luoghi simbolo della spiritualità universale, per promuovere il turismo lento attraverso lo sviluppo culturale e la ricostruzione post-sisma dei territori colpiti dai terremoti del 2016 e 2017.

Gli appuntamenti dell’ottavo centenario francescano sono iniziati lo scorso anno con la celebrazione degli 800 anni della Regola Bollata scritta da San Francesco e del primo Presepe a Greccio. A gennaio di quest’anno, si sono celebrati gli 800 anni delle stimmate ricevute dal Santo a La Verna. Sempre quest’anno si celebrano gli 800 anni della stesura del Cantico delle Creature. Infine, dopo il Giubileo del 2025, nel 2026, le celebrazioni culmineranno con l’ottavo centenario della morte di San Francesco, la fine della sua vita terrena e l’inizio di un’eredità duratura di spiritualità, umanità, arte e cultura.

Il trasferimento delle prime risorse per gli interventi sulle mura esterne del Sacro Convento di Assisi assicura il consolidamento della Basilica Superiore di Assisi, simbolo universale di pace, luogo di spiritualità e meta di itinerari religiosi e artistici senza paragoni. Le opere di Giotto, Cimabue, del Maestro Oltremontano (e di Simone Martini nella Basilica Inferiore) hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte, raffigurando scene della vita di San Francesco e temi religiosi che continuano ad attirare visitatori e fedeli da tutto il mondo.

La devozione a San Francesco e le prossime celebrazioni del 2025 e 2026 hanno suggerito uno sforzo ulteriore: un importante finanziamento (47 milioni) per il sistema dei “cammini” che attraversano le quattro regioni colpite dal sisma: Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo. Si tratta di un articolato sistema di interventi per percorsi fruibili in un’ottica di intermodalità con il trasporto pubblico e la bici, per la messa in sicurezza e la manutenzione, ma anche per investimenti per i servizi di alloggio e ristoro destinati ai camminatori e ai pellegrini. Particolare attenzione è stata rivolta anche all’accessibilità per le persone con mobilità limitata per far vivere a tutti l’esperienza del cammino e del pellegrinaggio.

Tornare a vivere sull’Appennino centrale ferito dal terremoto di otto anni fa, vuol dire anche tornare a camminare, in senso reale e figurato. E camminare vuol dire anche farsi percorrere da un turismo che nel nostro territorio ha un respiro e un’ambizione diversa da quella più rumorosa e carnevalesca delle coste marine. Lo sviluppo del “turismo lento” è una vocazione finora portata avanti con risultati eccellenti, in modo spontaneo e volontaristico da numerose associazioni e realtà locali, ma che per essere messa a regime e sviluppare le potenzialità, necessitava di un approccio strategico su scala interregionale.

Accanto alla ricostruzione e alla messa in sicurezza del territorio, è ora urgente impostare un modello di sviluppo turistico che sia capace di preservare lo splendore e l’autenticità delle montagne e dei borghi appenninici. Ciò sarà possibile attraverso progetti dedicati e sostenibili dal punto di vista ambientale volti a un turismo destagionalizzato, capace di attirare una domanda di qualità che possa quindi generare occasioni di lavoro per i giovani che vogliono restare e per chi aspira a vivere e lavorare in montagna.

Per tale ragione abbiamo bisogno di accompagnare il processo di ricostruzione con una strategia di rilancio che non può prescindere dal turismo. Il turismo è un volano naturale ma richiede un approccio sistemico. Abbiamo bisogno di competenze, di maggiore ricettività e, più in generale, di sviluppare l’attitudine all’accoglienza dell’intera comunità.

A dimostrazione della necessità di questi interventi vale la pena ricordare che lo scorso anno le credenziali (i passaporti dei pellegrini) consegnate ai camminatori dai Cammini Italiani hanno segnato un incremento del 25% rispetto al 2022. Sempre nel 2023 ci sono stati 1.350.000 pernottamenti da parte dei camminatori, con un trend in forte ascesa, limitato però dall’assenza di una programmazione adeguata e di servizi dedicati. La finalità di questo intervento è duplice, da un lato sicuramente rafforza il nostro impegno ad assicurare l’attrattività di questi luoghi attraverso la valorizzazione delle valenze uniche che li caratterizzano, dall’altro offre nuove opportunità di impresa per chi sceglierà di vivere e lavorare nell’area del cratere 2016. Ragioniamo sempre in una prospettiva di lungo termine affinché questi territori siano accoglienti e vivibili per noi oggi come domani per le nuove generazioni.

I Cammini “finanziati” sono parecchie decine, e alcuni hanno una rilevanza storica e nazionale di particolare rilievo, come il Cammino francescano della Marca (7 milioni), o come il Cammino di San Francesco nel Lazio (1 milione) o la via di Francesco in Umbria. Un’occasione per celebrare la festività del 4 ottobre 2024, in attesa degli appuntamenti dell’Anno Santo e dell’ottavo centenario francescano.

Guido Castelli, Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016

Guido Castelli: