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La bellezza e la fragilità di ogni famiglia

“La mia famiglia e altri disastri” è il titolo di un libro di Bernard Friot, edito nel 2009. Destinato a giovani lettori, racconta la storia di Sara e Luca, compagni di classe accomunati da famiglie difficili da gestire. Il romanzo di Friot mette in luce la bellezza e la fragilità di ogni famiglia. È una verità semplice: non esiste la famiglia ideale, ma ogni famiglia cresce secondo ritmi e modalità proprie, perché questa è la sua vocazione. Non ha altre ricchezze, se non l’umanità che la genera e che in essa trova spazio e nutrimento.

Famiglia significa fare i conti con l’altro, con i suoi bisogni, le sue aspirazioni, i suoi talenti e i suoi limiti, all’interno di quello spazio delimitato che è la casa. È lì che ciascuno impara a fare i conti con la necessità di “fare spazio”: al coniuge, al primo figlio, al fratello minore, alle aspettative proprie e degli altri. Ed è in quel microcosmo che le differenze rischiano di trasformarsi in caos, benedizione e sofferenza di ogni famiglia, perché, se è vero che il disordine spaventa, è altrettanto vero che un’organizzazione non convenzionale può dare vita a nuove forme di relazione, uniche e autentiche, che arricchiscono la stessa famiglia e l’ambiente che la circonda.

D’altra parte, cosa c’è di più inaspettato dell’arrivo di una nuova vita? Un bambino irrompe nella vita di coppia, portando con sé l’imposizione di una nuova organizzazione di tempi, di spazi e di necessità. Spesso i ritmi precedenti vengono stravolti, la casa non è più perfettamente ordinata e il tempo sembra prendere vita propria, assestandosi sulle esigenze del nuovo arrivato. E ancora, quanto è difficile fare i conti con la crescita dei figli? Proprio quando si è convinti di aver imparato le regole del gioco, arriva l’adolescenza a rimettere tutto in discussione. Tutti sono costretti a rimescolare le carte e a ricominciare da capo. Eppure, proprio il cambiamento che avviene all’interno di una famiglia crea nuove opportunità di crescita al suo interno e per la società, perché in famiglia ci si educa a vicenda.

È davanti alla camera in disordine che la mamma impara a fare un passo indietro per lasciare che il figlio possa trovare la propria dimensione in casa e nel mondo. È davanti alla fragilità di un genitore che i figli comprendono che non bisogna essere perfetti, ma che, qualche volta, è necessario accogliere la debolezza degli altri, per imparare a riconoscere la propria. Il limite, infatti, spesso ha la funzione di illuminare i talenti e le capacità di ciascuno. È questo che rende la famiglia, ogni famiglia, luogo di promozione del bene comune, che, per natura, si riflette e ricade sulla società in cui vive e opera.

Pinella Crimì, membro del consiglio direttivo del Forum Nazionale delle famiglie

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