“Siete chiamate a guardare al futuro con speranza e la cosa più importante è che recuperiate la serenità che vi è stata sottratta con la forza dagli aguzzini”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani incontrando le ragazze vittime di tratta della struttura a Fabriano (Ancona) dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII denominata “Casa Tra Le Nuvole di Papa Francesco“. E ha aggiunto rivolgendosi ai volontari: “Questa è la bella Italia“. L’Italia al servizio dei più bisognosi.Da 15 anni l’opera sociale dell’associazione “Pace In Terra” risponde alle esigenze umanitarie poste di volta in volta dalle emergenze che si sono presentate alle sua sollecitudine. Seguendo l’ispirazione dell’enciclica “Pacem in Terris”, l’Associazione finalizza il proprio impegno all’ascolto e alla condivisione delle fragilità. Nel 2013 “Pace in Terra” ha accolto l’appello di papa Francesco a fare sì che le diocesi potessero accogliere le persone più sfortunate e martoriate in fuga da guerre, fame e persecuzioni. Anche la diocesi di Fabriano-Matelica si è subito prodigata a dare una risposta. Sia attraverso gli uffici diocesani. Sia avvalendosi dell’esperienza dell’Associazione per dare ospitalità ai profughi in cooperazione con le prefetture. “Pace in Terra” ha ininterrottamente garantito assistenza, supporto e sostegno alle fasce maggiormente colpite dalla crisi economica. A cominciare dai disabili, dai giovani, e da coloro che hanno perso il posto di lavoro. Favorendo l’inclusione e l’integrazione di quanti vivevano ai margini delle nostra società. Spiega il fondatore di In Terris, don Aldo Buonaiuto, sacerdote antitratta della comunità creata da don Oreste Benzi e responsabile della casa rifugio: “Mettendo al centro le periferie geografiche ed esistenziali. Dall’emergenza Afghanistan a quella Ucraina, ‘Pace in Terra‘, con grande sforzo e costante impegno, si è messa a disposizione della mobilitazione solidale animata dal nostro arcivescovo monsignor Francesco Massara, sempre in prima linea nel sostenere la Caritas diocesana e la “Pace in Terra”. Per non lasciare solo nessuno”. E per dare voce a chi non ha voce, anche attraverso la testata digitale “In Terris”, che in quasi un decennio di attività ha saputo meritarsi uno spazio di rilievo nella comunicazione sociale sul terzo settore, la vita ecclesiale e l’attualità nazionale e internazionale. La testata in quasi un decennio di presenza nel panorama informativo ha focalizzato l’attenzione su soggetti e argomenti solitamente marginalizzati dai mass media “mainstream”, quotidianamente raccontati da In Terris come protagonisti del nostro tempo e no solo destinatari di aiuti e assistenza. Tra le numerose testimonianze esclusive per le quali In Terris è stata rilanciata da giornali e televisioni di tutto il mondo ricordiamo la straziante lettera di un anziano morto in una struttura sanitaria durante la pandemia senza poter dare un ultimo saluto ai propri cari. Protagonisti della vita pubblica italiana ed europea hanno affidato a In Terris il loro sincero racconto delle sfide affrontate in ambito economico e sociale. Puntualizza don Buonaiuto: “Mantenendosi neutrale sul piano politico, In Terris ha dato voce ai giovani, agli invisibili, ai disoccupati così come alle più altre cariche dello Stato e delle istituzioni comunitarie che si prestano di buon grado a scrivere e farsi intervistare dalla nostra testata perché sanno che, contando solo sulla generosità dei propri benefattori, si avvale di collaboratori professionisti (quirinalisti, vaticanisti, docenti universitari) che volontariamente aiutano giovani fragili a superare limiti e barriere per apprendere il mestiere di giornalisti nel raccontare l’oggi a partire dagli ultimi”. In Terris ha così saputo meritare uno spazio significativo nella nicchia dell’informazione sociale. Ed è seguita e apprezzata, attraverso il digitale, dal mondo del volontariato e della Chiesa con da picchi di lettori anche all’estero tra gli italiani che vivono in terre lontane.“Attraverso appunto il lavoro congiunto di firme autorevoli del panorama giornalistico che mettono la loro esperienza al servizio di nuove generazioni in condizioni di fragilità e precarietà che attraverso In Terris hanno potuto conseguire l’iscrizione all’Ordine professionale. “Siamo onorati di avere avuto qui sabato un collega giornalista di altissimo spessore culturale e professionale come il ministro Antonio Tajani che ci ha onorato di accettare il nostro premio che è sicuramente il più piccolo dei riconoscimenti internazionali ma è grande agli occhi di Dio per tutto ciò che ha dietro– afferma il sacerdote di frontiera, don Aldo Buonaiuto-. Grazie quindi al presidente Antonio Tajani e grazie agli altri premiati: il prefetto Vittorio Rizzi, ai medici dell’associazione “Generation Aid”, alla professoressa Sabina Venarini dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, a tutte le autorità civili, religiose e militari e a tutti coloro che hanno accolto il nostro invito“.
Don Buonaiuto ringrazia “il presidente Antonio Tajani per aver accolto il nostro umile e sentito riconoscimento“. E aggiunge: “Il suo impegno ai vertici istituzionali italiani e internazionali testimoniano come la pace vada difesa e costruita giorno dopo giorno. La sua azione si ispira a Padri fondatori dell’Unione Europea come Alcide De Gasperi, Helmut Kohl e Simone Veil. E fa propria la lezione conciliare di valorizzare ciò che unisce piuttosto che ciò che divide. Un ponte, oggi che il conflitto bellico torna a seminare distruzione e angoscia, con una generazione che ha vissuto la tragedia della guerra e che ha lottato per il superamento dei nazionalismi, con l’obiettivo di trasmettere un’eredità di pace ai propri figli. E’ grazie all’impegno di statisti e uomini e donne di buona volontà che l’Europa è diventata la nostra patria comune, la “patria delle nostre patrie” come la descriveva Vaclav Havel. In questo contesto, le religioni hanno un ruolo chiave, perché rappresentano i valori che sono alla base della nostra civiltà: la tolleranza, la centralità della persona, la misericordia“. “Il dialogo tra la politica e le religioni, così come il dialogo tra le religioni, è fondamentale e va rafforzato- ha detto Antonio Tajani in un incontro internazionale in Germania– Solo attraverso questo dialogo potremo batterci contro ogni forma di fondamentalismo e radicalizzazione. Perché chi spara in nome di Dio, spara contro Dio”. Come ha ricordato Papa Francesco “non c’è nessuna guerra santa, solo la pace è santa”.