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Baby gang: come prevenire questo fenomeno

In contesti urbani segnati da difficoltà socioeconomiche negli ultimi decenni si è registrato un aumento significativo del fenomeno delle baby gang, ossia una criminalità d’assalto prettamente giovanile proprio perché la loro esegesi e linfa viene attinta da quei contesti sociali degradati, come le periferie delle grandi città, con una rete di giovani, soprattutto immigrati di seconda generazione, pronti a creare un clima di caos e conflittualità che può sconfinare anche in altri quartieri.

Chi sono queste baby gang? Sono adolescenti e giovani adulti che si rendono responsabili di atti di violenza, di furti e intimidazioni puntando nei confronti dei loro coetanei, ma non solo, anche nei confronti di adulti e delle stesse istituzioni. E’ un processo di radicalizzazione sociale, dove l’appartenenza al gruppo significa, via di affermazione personale, una risposta alla solitudine personale e una forma di riscatto sociale. Nelle periferie delle grandi città, la disoccupazione giovanile, il degrado urbano, la mancanza di opportunità educative e lavorative sono terreno fertile e linfa per una loro proliferazione.

Questi sono anche i luoghi abbandonati dalle politiche sociali e carenti di risorse, ecco allora l’imperversare delle mini criminalità in luoghi pubblici degradati ed inaccettabili per una persona e per il rispetto della dignità umana, veri e propri teatri di illegalità ove nessuno bussa alla porta per ristabilire ordine e pace. L’appartenenza ad un gruppo è un modo per guadagnare visibilità e rispetto e soprattutto in contesti scolastici o sociali informali dove il riconoscimento dei pari è fondamentale, tutto ruota attorno ad un leader, il più carismatico e temuto che principalmente prende le decisioni più importanti e guida il gruppo nelle azioni. Si tratta infatti di una organizzazione gerarchica e come tutte le organizzazioni esiste una rete che ha lo scopo di mantenere i legami tra band.

Una stretta e interessante interconnessione dei gruppi è quello con la musica trap, genere musicale che ha acquisito enorme popolarità tra giovani e in particolare proprio fra quelli che vivono nelle periferie. I testi delle canzoni trap celebrano la violenza in ogni sua forma, la ribellione, uno stile di vita consumato dall’illegalità e viene spesso utilizzata come colonna sonora di un agire portato avanti dalle band. Le storie che sono raccontante al suo interno, i conflitti, le difficoltà, i traumi, il crimine, sono il comun denominatore. Dobbiamo peraltro specificare che la musica trap non è la causa diretta della gang ma funge da cassa di risonanza, amplificandone modelli comportamentali già presenti ed insiti nei contesti di marginalità e povertà. Come prevenire questo fenomeno? Quali possibili strade percorrere? La prevenzione di questo fenomeno è complessa perché molte sono le motivazioni e cause, ecco perché è veramente necessario riuscire a creare un ponte sinergico ed integrato tra politiche di inclusione sociale, educazione, sostegno psicologico ed emotivo e certamente creazione di opportunità lavorative. Solo un intervento strutturato e preventivo potrà contenere e ridurre la proliferazione di questi gruppi e creare una effettiva e valida alternativa al crimine e alla violenza.

Anche la Chiesa deve entrare necessariamente nella costruzione di questa rete sinergica, con le sue risorse, con le sue grandi capacità comunicative, perché il pensiero espresso dal Vangelo è rivoluzionario e rappresenta in valida alleanza con i principi laici espressi dalla costituzione e dalle carte costituzionali internazionali, un punto di ripartenza. Al centro di ogni azione intrapresa dobbiamo sempre mettere la persona e il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali che la riguardano, messaggio universale da tramandare nei secoli dei secoli e quindi nelle future generazioni.

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