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Attenti a non violare la libertà di opinione

Poter esprimere, senza ledere la dignità di nessuno, un’opinione è un diritto fondamentale, anche quando questa va contro un’altra ideologia. Trovo per questo una forzatura parlare oggi di una legge contro l’omofobia. La proposta di legge Zan-Boldrini Scalfarotto per la modifica degli articoli 604 bis e 604 ter del Codice penale in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, arriva in un momento in cui, a differenza di alcuni anni fa, non vi è alcun vuoto normativo da colmare sul tema.

Finalmente, dopo anni di lotte e dopo innumerevoli vittime di discriminazione, chiunque si macchi di questo reato e viene scoperto, è automaticamente punito. Ora è il momento in cui sul tema c’è certezza della pena e quindi attivarsi per una nuova legge che, potenzialmente, potrebbe andare a ledere la libertà d’opinione di tutti noi, rischia di essere inappropriato.

Comprendo bene la preoccupazione della Cei quindi, perché il rischio che si corre con questo ddl è quello di arrivare a toccare in maniera pericolosa il diritto di opinione, anch’esso fondamentale e irrinunciabile in una democrazia.

Un diritto scritto anche nella nostra Costituzione e voluto fortemente dai nostri padri fondatori, gli stessi che hanno affrontato il fascismo, il periodo storico che per eccellenza vietava un diritto basilare come la libertà di pensiero.

Credo fortemente invece che ciò su cui sarebbe opportuno soffermarci è sul dire no ad ogni forma di violenza. E’ giusto e doveroso andare contro chi si scaglia verso le preferenze sessuali di qualcuno, ma occorre utilizzare la stessa durezza anche verso chi usa violenza contro gli immigrati, contro i bambini, contro le donne, contro la libertà di culto, contro i portatori di handicap e verso chiunque soffra una condizione particolare.  E per questo che credo che sia la violenza fisica che verbale, devono, senza nessun eccezione, essere punite severamente.

Tuttavia la politica ha il compito, insieme alle Istituzioni, di dare il giusto esempio alla comunità. Partiamo dalle scuole, educhiamo i nostri figli, i nostri nipoti alla tolleranza verso gli altri. Insegniamo loro il rispetto e l’ascolto, aiutiamoli a crescere con i giusti valori, investiamo sulla loro evoluzione emotiva e culturale. Se faremo cosi, garantiremo al nostro Paese, prossime generazioni in grado di colmare tutte le lacune etico-sociali che ancora oggi persistono e impediscono l’emergere di tutte quelle realtà positive, che invece, sono nate ma non riescono ad uscire dall’ombra.

Non serve produrre nuove leggi ma basta applicare quelle esistenti. Puniamo quindi chi deve essere punito, ma cominciamo ad attuare anche nuove strategie educative sui bambini e sui giovani. Lavoriamo per far ripartire le scuole a settembre senza intoppi, infondiamo una nuova cultura civica nella popolazione, incentrata sulla formazione di un éthospartendo da quei principi di solidarietà e bene comune civile e laico condiviso, intorno al quale realizzare l’unità nella pluralità, necessaria a garantire il bene comune. Questa si, potrebbe essere la giusta via.

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