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Assalto al Congresso, quel dramma che l’America non si merita

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“Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate serenamente e con rispetto chi, come moneta infida, pesa la vostra parola! Vorrei che foste accorti, che non deste con troppa fiducia la vostra parola”. Già, lode al dubbio, sosteneva Bertolt Brecht in una celebre poesia. E allora dubitiamo. Davvero quanto avvenuto a Capitol Hill rappresenta una sorta di notte della Repubblica americana (citando il titolo di un grande lavoro televisivo sul terrorismo in Italia, firmato da Sergio Zavoli) con i seguaci di Trump a stendere un velo nero sulla più candida democrazia del mondo?

E l’America può davvero vantarsi ancora di quel primato, essendo ormai presunto per molti, oppure queste giornate segnano davvero uno spartiacque della storia americana? Quanti dubbi. Partiamo, allora, da un particolare angolo di osservazione, volendo provare a decifrare la storia, svelando contestualmente un po’ di dubbi. Apriamo la tripolina e procediamo.

Wall Street, ovvero il termometro mondiale della Finanza, ha chiuso in rialzo toccando nuovi record, il giorno dopo l’assalto dei manifestanti pro Trump a Capitol Hill. Il Dow Jones è salito dello 0,69% a 31.041,13 punti, il Nasdaq del 2,56% a 13.067,48 punti, lo S&P 500 dell’1,48% a 3.803,79 punti. Il Nasdaq per la prima volta ha sfondato quota 13.000 punti mentre il Dow Jones in giornata è andato oltre i 31.100 punti.

In serata hanno parlato il presidente eletto Joe Biden e la speaker della Camera Nancy Pelosi attaccando duramente Donald Trump per i fatti di ieri a Washington e minacciando un nuovo impeachment. Gli investitori, dunque, sembrano ignorare le tensioni politiche e scommettono su ulteriori aiuti per il Coronavirus con un Congresso degli Stati Uniti controllato dai Democratici. “Il mercato guarda oltre Trump e attende con impazienza la presidenza Biden, che dovrebbe dare più stimoli all’economia”, ha affermato Dennis Dick, trader di Bright Trading LLC.

“Un Congresso Democratico sarà ovviamente più attento alle piccole imprese e a Main Street” (l’economia reale contrapposta alla finanza, ndr), ha aggiunto. E proprio i titoli legati all’economia sono volati così come quelli dei settori industriali si sono avvicinati ai massimi record sulla base delle aspettative di maggiori aiuti all’economia e più spese per le infrastrutture. “Il mercato si attende un pacchetto di stimoli fiscali più aggressivo”, ha affermato Keith Buchanan, gestore presso GlobAlt.

Le azioni bancarie, sensibili ai tassi, hanno guadagnato il 2,7%, grazie all’aumento dei rendimento titoli Usa a 10 anni (+1,074%), alla luce di un più probabile incremento della spesa pubblica. Ecco, se i mercati finanziari guardano già oltre, avendo archiviato la pratica Trump con una rapidità tale da rendere sospetto persino questo – presupposto – pragmatismo americano, significa che l’uomo venuto dal quel mondo, ovvero Trump, impegnato a convincere i ceti medio bassi del paese circa la bontà della sua politica economica, cioè coloro che hanno assaltato Capitol Hill, ha fallito su tutto. Politica economica e sociale.

Quindi l’assalto al Palazzo non ha niente a che vedere con una versione americana della rivoluzione russa, tanto meno di quella francese, ma è solo una brutta recita per tenere desto il dubbio sui presunti brogli elettorali. Molto dubbi, in verità. Solo in America capitano queste cose. Solo con personaggi come Trump, viene da dire. Sia lode al dubbio, dunque. Ma visto che i dubbi si autoalimentano eccone un altro.

Donald Trump, secondo quanto riporta il New York Times, citando alcune fonti, in base alle quali non è chiaro se abbia sollevato o meno l’argomento dagli scontri in Congresso, ha ventilato nelle ultime settimane la possibilità di concedersi la grazia. Trump avrebbe chiesto ai suoi se e quale sarebbe l’impatto della grazia a livello legale e politico. Ecco, fosse vero i fatti di Capitol Hill andrebbero letti sotto un’altra luce. Ma restiamo nel dubbio. Ovvero se la più grande democrazia abbia ballato sul Titanic o se l’ex, ormai, presidente abbia deciso di usare il Paese, e con esso i trumpiani, per i suoi personali fini.

Non è comunque accettabile che si arrivi ad usare la violenza, e su questo non c’è alcun dubbio, solo certezze. Tant’è che Donald Trump, dopo i tragici fatti del Congresso americano, ha lasciato la Casa Bianca ed è volato a Camp David. Lo riportano fonti dell’amministrazione ai media. Il presidente americano uscente resterà nella tenuta presidenziale per tutto il weekend. Nessuna indiscrezione per ora sui suoi piani per la prossima settimana. Il dubbio che stia giocando con il fuoco c’è tutto. Un altro Nerone la storia non lo contempla, e nessuno lo vuole. Un’uscita di scena così ingloriosa, facendo solo un gran danno agli Stati Uniti, dovrebbe indurre chi sta vicino a Trump a farlo ragionare. Ma forse, parlano lingue diverse e su questo resteremo nel dubbio. Siamo certi però che l’America, quella sana, una scena cosi non se la merita. Anche Brecht ne sarebbe certo.

Enrico Paoli: