Il 1°ottobre viene celebrata dalle Nazioni Unite la Giornata internazionale delle persone anziane che intende rappresentare un’occasione di riconoscimento affinché possano essere sempre più un valore, per sé stesse, per i loro cari, ma soprattutto per la società nella sua interezza. In Italia, dal 1861 ad oggi, le persone anziane, con 65 anni e oltre, sono passate dal 4,2% fino al 23,8% della popolazione. Questi dati ci mettono di fronte ad una tendenza generale di invecchiamento della popolazione e al fatto che, lo sviluppo sostenibile, si può realizzare solo includendo tutte le età. Purtroppo, però ad oggi, secondo le ultime rilevazioni effettuate, risulta che il 15% degli anziani, ossia più di due milioni di persone over 65, vive a rischio di isolamento sociale, ovvero ha poche relazioni sociali oppure non partecipa ad attività di aggregazione.
Tutto questo deve farci riflettere. Papa Francesco ci ha esortato più volte a vedere la vecchiaia come “un dono per tutte le età” e una testimonianza insostituibile che possa trasmettere alle nuove generazioni saggezza, valori e fede. Alla luce del lungimirante pensiero del Santo Padre, auspico che, la Giornata internazionale delle persone anziane, possa contribuire alla costruzione di un patto generazionale che possa far trasferire ai giovani le esperienze e i valori di cui, coloro che sono più in la negli anni, sono depositari. Questo scambio però deve essere vicendevole e, dal canto loro, le nuove generazioni dovranno aiutare gli anziani nella loro quotidianità, ad esempio attraverso l’uso delle nuove tecnologie. La mutualità tra generazioni, nel periodo storico che stiamo vivendo, lambito da grandi cambiamenti e nuove fragilità sociali, deve costituire la base dell’azione quotidiana di ogni cristiano, senza se e senza ma.