Mai come in questo 2020 il mese di settembre sarĆ sinonimo di ripresa e di ripartenza: famiglie, bambini, aziende, forse lāItalia intera ĆØ in attesa di capire come si ripartirĆ dopo la pausa estiva, eppure i dubbi sono ancora moltissimi e riguardano soprattutto la possibile ripresa della normalitĆ .
Si sarĆ capaci di riprendere serenamente la vita lĆ dove la si ĆØ messa in pausa? Quali cambiamenti aspettiamo con ansia e quali ci mettono ansia e basta? Saremo capaci di scongiurare un nuovo lockdown o, nel piĆ¹ nefasto dei casi, di riaffrontarlo?
Come spesso capita, quando si esce da un periodo prolungatamente difficile, sono nettamente maggiori gli interrogativi rispetto alla certezza delle risposte; ma ĆØ comunque possibile provare a giocare in anticipo per arrivare a settembre il piĆ¹ in forma possibile, non tanto per la prova costume, quanto per la tanto agognata ripartenza!
Molti genitori scrutano quasi quotidianamente le timeline dei principali quotidiani e lāelenco delle mail in entrata in attesa di ricevere notizie dallo Stato o dalle Segreterie didattiche per quanto riguarderĆ il come/quando/perchĆ© riprenderanno le scuole.
Non sono i soli, anche i bambini attendono con pacata impazienza (gliela abbiamo insegnata noi in questi mesi) di sapere quale sarĆ il loro destino; sanno giĆ che non sarĆ facile riabituarsi a levatacce mattutine e a riprendere lāabitudine a restare seduti in un banco per tante ore, ma sono piĆ¹ che impazienti di tornare a farlo.
Quello che temono di piĆ¹ ĆØ il fatto di non riconoscere piĆ¹ la scuola e hanno ragione, sarĆ inevitabilmente diversa: forse dovranno indossare dei DPI (mascherine o visiere), forse le indosseranno le maestre; forse potranno giocare in cortile e mangiare a mensa, forse dovranno restare in classe e mangiare un panino portato da casa; forse ritroveranno i compagni e riprendere con lo sport o con il catechismo o forse scopriranno di essere stati divisi in gruppi piĆ¹ piccoli o di non poter riprendere i cammini sospesi per la mancanza di spazi adeguati o delle misure di sicurezza necessarie.
Qualunque sia il loro destino potranno affrontarlo serenamente solo se gli adulti saranno capaci di sedersi su una sedia e raccontare loro, con calma e pazienza, tutto quello che verrĆ deciso dai āgrandiā e solo se si sentiranno ascoltati e accolti anche nella possibilitĆ di esserne spaventati o confusi. Esattamente come lo siamo noi.
Molte delle aziende che hanno mantenuto fino ad oggi la possibilitĆ di lavorare da remoto stanno cominciando a comunicare la possibilitĆ di rientrare in ufficio e a quali condizioni: tra test sierologici, scrivanie da prenotare in anticipo e i dubbi sulla possibilitĆ di pianificare gli spostamenti in modo sensato (ancora oggi in molte cittĆ il numero di utenti che possono salire sulle singole vetture dei mezzi pubblici ĆØ molto limitato) rischia di incrementare lo stress da rientro in ufficio di cui, secondo la i dati del 2019 della SocietĆ Ā Italiana di Psichiatria, giĆ il 35% dei lavoratori soffriva giĆ in tempi pre-covid.
Mai come in questo periodo sarĆ necessaria una ripresa graduale e lāevitare di rilanciarsi in ufficio; bisognerĆ reimparare a prendere i mezzi e a relazionarsi dal vivo con persone che, da molti mesi, si frequentano solo virtualmente, ritrovare una routine che comprenda anche le reali esigenze personali e familiari emerse in questo stop forzato e prolungatoĀ e imparare ad ascoltare se stessi per evitare di cadere preda da probabili, quanto legittime, difficoltĆ nella riorganizzazione. CāĆØ poco da raccontarsela, bisognerĆ reimparare ad andare al lavoro, come se fosse il nostro primissimo giorno.
Le statistiche del primissimo post covid raccontano di un netto aumento di segnalazioni di disagi legati a stati di ansia, alterazioni dellāumore e difficoltĆ a gestire la ripresa, sia per i grandi sia per i piccoli; anche su questo fronte ci sarĆ molto da lavorare con la ripresa di settembre perchĆ© dovremo imparare a convivere con la possibilitĆ che tutta la normalitĆ di cui ci stiamo lentamente riappropriando possa essere spazzata via da unāindesiderabile seconda ondata.
Abbiamo dovuto imparare a digerire la consapevolezza che non tutto sia sotto il nostro controllo e che, come esseri viventi, siamo molto piĆ¹ vulnerabili di quanto avessimo mai creduto fino ad oggi.
Abbiamo dei limiti e questa consapevolezza ci spaventa, ci fa arrabbiare e ci disorienta; tuttavia, come accenno nel mio ultimo libro (Stiamo calmi! Gestire la rabbia dei bambini senza farsene contagiare, Rizzoli), in riferimento alla possibilitĆ di gestione della rabbia e di tutte le emozioni in generale, cāĆØ un piccolo trucco che puĆ² permetterci di sopportare meglio questa ripresa e di evitare che le emozioni si trasformino in stati di malessere: riscoprire lāimportanza delle relazioni e imparare a comunicare affettivamente sia per ricevere aiuto, sia per evitare un altro tipo di lockdown, quello emotivo .