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1992-2022: trent’anni di Catechismo. Il ruolo dell’annuncio

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Il Catechismo per l’annuncio del Vangelo. “Il catechista è un cristiano che porta in sé la memoria di Dio. Si lascia guidare dalla memoria di Dio in tutta la sua vita. E la sa risvegliare nel cuore degli altri“, sottolinea papa Francesco. Joseph Ratzinger è stato presidente della Commissione per la preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Il futuro Benedetto XVI ha guidato il gruppo di teologi che, dopo sei anni di lavoro (1986-1992), ha presentato a Giovanni Paolo II il nuovo Catechismo. In un recente video con le intenzioni di preghiera papa Francesco precisa la missione del catechista. Evidenziando l’importanza di  non “strombazzare” l’annuncio. Evangelizzare è un compito determinante nella Chiesa cattolica. E va svolto con mitezza attraverso un linguaggio nuovo. Il Servo di Dio don Oreste Benzi insegnava: “Per donare la luce agli uomini devi vivere ciò che dici di essere. Perché ciò che sei grida molto più forte di quello che dici”. Un concetto ribadito da papa Francesco al congresso mondiale della Congregazione per l’Educazione Cattolica. “Educare cristianamente non è soltanto fare una catechesi- puntualizza Jorge Mario Bergoglio-. Questa è una parte. Non è soltanto fare proselitismo. Educare cristianamente è portare avanti i giovani, i bambini nei valori umani in tutta la realtà. E una di queste realtà è la trascendenza”. E il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII lo testimoniava appunto con la sua vita di infaticabile apostolo della carità. “Per stare in piedi occorre saper stare in ginocchio“, ripeteva don Oreste Benzi. E il compito della Chiesa è di “creare mondi vitali nuovi che esprimano in pienezza la comunione”. E di “essere segno di un mondo diverso che risponde alle attese dell’uomo“.E’ dovuta a tutto ciò, secondo Jorge Mario Bergoglio, l’importanza di aprire nuove strade. Usando creatività, coraggio. “Con gioia e molta pace”. E’ la missione che Francesco disegna per i catechisti. Una dedizione “insostituibile”. Su cui camminano “la trasmissione e l’approfondimento della fede”. Il ministero laicale del catechista è una vocazione, secondo il Pontefice. E’ “una missione”. Essere catechisti significa che una persona “è catechista”. Non che “lavora come catechista”. È un modo di essere. Quindi papa Francesco invoca “buoni catechisti”. Che siano “allo stesso tempo accompagnatori e pedagoghi“. Francesco elogia il servizio dei catechisti. E nel Motu Proprio “Antiquum Ministerium” ne ha ribadito l’importanza. Istituendone il ministero laicale il 10 maggio 2021.
Francesco è consapevole che in tanti continenti, l’evangelizzazione è fondamentalmente “nelle mani di un catechista”. A loro, afferma il Papa, bisogna rendere grazie. “Per l’entusiasmo con cui vivono questa missione al servizio della Chiesa”. C’è bisogno di persone creative che annuncino il Vangelo. Ma che lo annuncino “non dico in sordina, ma nemmeno strombazzandolo”. Che lo annuncino piuttosto con la loro vita. Con mitezza. Con un linguaggio nuovo. E aprendo strade nuove. Francesco esorta a pregare per i catechisti. Chiamati ad annunciare la Parola di Dio. Affinché ne siano testimoni. Con coraggio e creatività. Con la forza dello Spirito Santo. Nel video del Papa,  tradotto in 23 lingue e rilanciato in 114 Paesi, si vedono catechisti e ragazzi alle prese con un murales. Un modo per indicare un esempio di linguaggio nuovo per la catechesi. Spray e vernici. Decine di bambini e adolescenti. Accompagnati dai loro catechisti. Tutti insieme aiutano l’artista italiano Paolo Colasanti (in arte Gojo). A riprodurre una versione creativa della scena della lavanda dei piedi. Su un muro dell’oratorio della parrocchia romana di Nostra Signora di Coromoto

Giacomo Galeazzi: