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Se il buon esempio degli adulti può aiutare i giovani a prevenire le tragedie stradali

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L’incidente stradale di Cuneo in cui hanno perso la vita cinque ragazzi deve farci riflettere sul tema dei comportamenti giovanili. A bordo di quell’auto erano in nove. E nella uscita di strada, forse dovuta alla distrazione del conducente, non c’e’ stato nulla da fare per cinque di loro. Nove bravi ragazzi, usciti a fare una escursione bella ed innocente come guardare le stelle cadenti nelle notti che seguono la festa di San Lorenzo. La distrazione fatale, certo, ma anche la grave imprudenza di entrare in nove in una automobile devono indurci ad una profonda riflessione.

Se consultiamo i dati Istat relativi agli incidenti automobilistici nel 2019 riscontriamo che il numero delle vittime è il più basso degli ultimi dieci anni. Sono aumentati però i morti tra i giovani, 35 in tutto, tra zero e 14 anni, uno in più rispetto all’anno precedente. Aumentano anche le vittime tra i giovani tra i venti ed i ventinove anni, prevalentemente conducenti di auto, moto e scooter. Al di là delle fredde e asettiche cifre, la riflessione sulla necessità di proteggere i giovani riguarda tutta la nostra società. Cosa dire loro per convincerli ad essere prudenti, per renderli consapevoli dei rischi?

Non è facile parlare ai ragazzi, trovare le parole giuste e non sembrare noiosi. Responsabilizzarli veramente facendo capire loro che in gioco c’è la loro vita, il loro futuro e quello delle persone che si trovano in auto con loro. Un incidente può cambiare la vita per sempre. Può strappartela via quando è mortale, può cambiarla per sempre quando muore la persona che era con te, quando resti sulla sedia a rotelle, quando vieni indagato per omicidio stradale… i giovani si sentono forti, eterni e pensano sempre “a me non succederà” ed invece purtroppo può accadere a chiunque.

Genitori, famiglie, scuola, agenzie educative, istituzioni devono sentirsi tutti coinvolti nell’applicazione di un piano nazionale per educare i giovani alla prudenza, al rispetto senza eccezioni delle regole della strada, alla messa in sicurezza di sé stessi e dei passeggeri che portiamo in automobile. E’ un compito da svolgere tutti insieme, che certamente non ci riparerà del tutto dal rischio di tragiche fatalità, ma che sicuramente insegnerà ai ragazzi che mettere in campo azioni di prevenzione e prudenziali alla guida, è uno scrupolo che non è mai esagerato avere.

L’obiettivo “zero vittime” tra i più piccoli stabilito dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale può essere raggiunto, soprattutto se il mondo dei “grandi” si applicherà con l’esempio e con determinazione nell’indicare ai giovani i comportamenti più virtuosi e più prudenti sulla strada. E’ da come guidano agli adulti, dal rispetto delle regole, dalla educazione che hanno al volante che passa il primo insegnamento. Bisogna dunque partire dai piccoli e più elementari comportamenti che si utilizzano quando si è alla guida. Senza eccezioni, cominciando da ciascuno di noi. Ne saremo davvero capaci?

Susanna Lemma: