La situazione attuale delle politiche migratorie in Italia è peggiorata, anche a seguito della firma dell’accordo europeo sui migranti e richiedenti asilo politico che, di fatto, peggiora il preesistente quadro. Viene limitata la libertà di movimento e limita la possibilità di verificare la condizione soggettiva di ogni persona. In particolare, il nuovo Patto Europeo sull’asilo e la migrazione, mette in dubbio i diritti fondamentali previsti non solo dalla normativa europea ma anche internazionale. L’Italia, su questo versante, invece di promuovere una missione di soccorso nel Mediterraneo e vie d’accesso legali e sicure, tende a spostare i confini in un Paese non europeo, come l’Albania la quale, in un certo senso, non garantisce che le procedure siano effettuate nel totale rispetto della normativa internazionale vigente. Nel corso del recente festival di Sabir, hanno promosso un appello in cui, attraverso dieci punti, si richiama all’apertura di una nuova stagione di diritti, solidarietà ed accoglienza europea. I paesi che accolgono, tra cui l’Italia, devono attenersi alle leggi vigenti e, prima di tutto, alla Costituzione repubblicana la quale, di suo, contiene già tutti i principi.
In questi dieci punti chiediamo di garantire il monitoraggio e la tutela dei diritti fondamentali dei migranti e l’introduzione di specifiche norme che consentano alle persone di entrare nell’UE per ricerca di lavoro con un permesso regolare, attraverso ad esempio la figura dello sponsor. Vorremmo poi che si incrementassero significativamente le opportunità di ingresso legale in Europa per ricerca di protezione, anche attraverso tutte le forme complementari di accesso sicuro. La protezione delle persone e il diritto al lavoro sono fondamentali per promuovere l’integrazione. Inoltre, occorre cancellare il principio del Paese di primo approdo e consentire una mobilità per i richiedenti asilo che prenda in considerazione i legami familiari e amicali, attraverso una modifica del regolamento di Dublino.
Oggi però, piuttosto che fare ciò, si tende a restringere sempre di più le possibilità in tal senso. È necessario poi mettere fine alle forme di detenzione amministrativa e alle forme di trattenimento e confinamento delle persone migranti dentro e ai confini dell’Unione Europea. Non si possono continuare a costruire dei CPR che limitano i diritti. Bisogna fermare ogni forma di esternalizzazione delle frontiere, condizionando gli accordi con i Paesi di origine e di transito al rispetto dei diritti umani, evitando accordi con governi antidemocratici. Coloro che fuggono dal proprio Paese di origine si lasciano alle spalle gravi situazioni di privazione della libertà e devono vedere rispettati i diritti. Salvaguardare la vita presuppone la promozione una missione di ricerca e soccorso europea nel Mediterraneo, e impedire le forme di criminalizzazione della solidarietà attuata dai governi di diversi Stati membri. Inoltre, anche in occasione delle prossime elezioni europee, occorre promuovere spazi pubblici di confronto fra istituzioni, società civile e organizzazioni di migranti e rifugiati, dando voce e protagonismo in particolare a questi ultimi, in un’ottica di co-costruzione di nuove politiche migratorie attente e rispettose dei diritti delle persone migranti e rifugiate.
Questi temi, come sottolineato al festival di Sabir, chiedono al legislatore di cambiare immediatamente il quadro normativo vigente, in particolare per quanto riguarda la legge sulla cittadinanza dei bambini di origine straniera, i quali sono cittadini di fatto ma non di diritto e ciò non è ammissibile.