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730 motivi per arrabbiarsi

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Il bollino rosso sull’arretratezza digitale della burocrazia italiana è stato dato dalla stessa Ue. Siamo agli ultimi posti europei per la capacità di offrire servizi ad imprese e cittadini usando le nuove tecnologie. Solo la solita Grecia ci è dietro. Del resto, non potrebbe essere altrimenti: quando manca una visione strategica alta e tutto è ridotto al presidio del binomio annunci per i media e svolgimento di modesti compitini burocratici la maglia nera ti rimane sulle spalle per sempre.

Allora non può sorprendere che anche la strombazzata novità del 730 precompilato inviato a casa a tutti i contribuenti è già l’ennesimo flop dell’Italia digitale. Innanzitutto il 730 dematerializzato non arriverà a casa, perché non esiste una cassetta della posta individuale virtuale nel quale recapitarlo. I contribuenti dovranno scaricarselo dal sito dell’Agenzia delle entrate. Ovviamente dopo essersi dotati della ennesima password che per essere ottenuta necessita di una procedura ad hoc e di qualche attesa, perché: o la si ritira personalmente presso gli uffici fiscali oppure si attende che ci venga recapitata a casa. La password, badate bene, non il 730 precompilato.

Ad oggi i cittadini che sono già dotati di password e quindi che possono scaricarsi il 730 precompilato (mancano le spese mediche comunque e altre voci di spesa) sono circa mezzo milione. Significa che all’appello mancano ancora 19 milioni e 500 mila contribuenti che dovrebbero assoggettarsi alla procedura «richiesta password» nelle prossime settimane. Troppi, ovviamente. Caf e patronati la faranno ancora da padroni e il 730 precompilato a casa sarà un download per pochi early adopters.

Cosa segnala l’ennesimo annunciato flop digitale? Due cose su tutte. Primo, che se metti a gestire questioni tecniche quelli che sanno di estetica e comunicazione ma non di tecnologia, ti ritrovi nella situazione nella quale, di fronte a un edificio complesso di dieci piani con una grande hall nel cui mezzo c’è una non bella colonna di cemento armato, questi si concentrano sul come eliminare la colonna senza capire che così cadrà l’edificio intero. Google e Oracle non sarebbero mai state fondate da politici o da burocrati, perché servono comprovati ingegneri per realizzare infrastrutture complesse e innovative.

Secondo, che se l’Italia non si dota di una distribuita infrastruttura digitale i servizi innovativi resteranno tante Pec o tante carte di identità elettroniche. Banali conferenze stampa seguite dal nulla. Matteo Renzi finora in materia digitale ha preferito fare marketing politico di bassa qualità, poi non deve sorprendersi se per contare i troppi flop gli servirà un giga pallottoliere.

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