La pandemia causata dal coronavirus, ci porta a fare una riflessione su questo 70esimo anniversario della nascita dell’Europa comunitaria. Dopo la Seconda guerra mondiale, l’unico modo per unire i Paesi era quello di trovare un interesse economico comune: quello del carbone e dell’acciaio. Questo ha fatto da traino anche per questioni filosofiche e di superamento dei conflitti che hanno distrutto l’Europa del 900. Il discorso di Schuman risulta essere attuale ancora oggi perché il coronavirus ci porta alla domanda: l’Europa deve far prevalere gli interessi dei singoli Stati, oppure esiste un’idea economica comune?
Come ha ricordato Gentiloni, l’Unione europea è entrata nella più profonda recessione della storia, è dalla Grande Depressione che non ci sono contraccolpi economici di questa portata. Dopo la guerra, c’è stato uno slancio economico dovuto alla conversione dell’industria bellica in un’economia sociale. Paradossalmente, il blocco che si verificherà a causa del coronavirus, dovrà portare a quello stesso slancio, altrimenti si rischia che alcuni Paesi arranchino. E’ un dato di fatto che l’Europa, dopo la guerra, sia rinata anche grazie agli aiuti americani, il famoso Piano Marshall, e anche oggi è difficile che i Paesi si possano rimettere insieme senza aiuto.
Dalle risposte che darà l’Europa, si determinerà anche il futuro del suo assetto. Dopo 70 anni, ricordiamo ancora Schuman, De Gasperi. Non è semplice essere all’altezza di questi personaggi, ma quelli dell’Europa attuale devono capire che peso hanno: è loro compito prendere delle decisioni che siano all’altezza del ruolo che rivestono.
Ma come sarà l’Europa fra 30 anni, a cento anni dalla sua nascita? Se non si attuerà un piano comune, se chi sta meglio non pensa chi rimane indietro, sarà un’Europa a due velocità, con gli Stati del nord da una parte e quelli del sud dall’altra. Anche Paesi come la Germania, che hanno tanto guadagnato dall’Europa, in questo momento dovrebbero fare uno sforzo per far sì che quella struttura economica e sociale che ha permesso loro di prosperare non imploda.
L’Europa non si tiene viva solo ricordando la sua nascita o rievocando la bandiera. Una crisi di questo tipo rischia si indebolire tutta l’Europa, per questo sono necessari impegno e costanza come in un matrimonio animato ogni giorno dalle migliori intenzioni.