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28 Dicembre: una giornata per condividere la memoria

Il 28 dicembre la Chiesa cattolica ricorda i santi innocenti, bambini di pochi mesi di vita fatti uccidere dal re Erode perchĆ© aveva appreso dai Magi della nascita di un nuovo re, GesĆ¹, e temeva che un giorno costui gli avrebbe sottratto il trono.

Un gesto insensato ma perfettamente coerente con la figura di un sovrano terrorizzato da possibili trame e complotti per destituirlo, al punto che appena pochi anni prima non aveva esitato a mettere a morte anche sua moglie ed alcuni dei suoi stessi figli per lo stesso motivo.

Le cose che piĆ¹ colpiscono di questa strage sono la totale innocenza dei bambini uccisi, che non si erano resi responsabili di nessuna colpa ma ciononostante hanno subito una morte atroce, e la sua ampiezza, dato che per lā€™evangelista Matteo ha riguardato ā€œtutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giĆ¹ā€; un numero spaventosamente grande a fronte del fatto che il ā€˜ricercatoā€™ era uno solo.

Queste caratteristiche hanno fatto di questo evento lā€™archetipo di tutte le stragi che nella storia si sono scatenate contro popolazioni, gruppi etnici, religiosiā€¦ che vivevano in modo pacifico e che improvvisamente sono stati fatti oggetto di violenze e persecuzioni inaudite, ed in particolare delle violenze sui bambini.

CosƬ al giorno dā€™oggi, le guerre che affliggono tante parti del mondo causano altrettante stragi degli innocenti, di bambini vittime dirette di un evento che non hanno voluto, perchĆ© nelle guerre muoiono, o subiscono violenze o sofferenze o subiscono traumi che li segneranno per sempre. E sono stragi degli innocenti anche i tanti attentati terroristici che colpiscono persone inermi.

Oggi uno dei fenomeni che piĆ¹ immediatamente si associa alla strage degli innocenti ĆØ lā€™aborto volontario. La strage di allora e gli aborti di oggi infatti presentano aspetti sorprendentemente simili: lā€™innocenza completa delle vittime, che vengono eliminate per problemi di cui non sono loro le cause, e lā€™altissimo numero di bambini coinvolti (piĆ¹ di 60.000 ogni anno in Italia, piĆ¹ di 50 milioni nel mondo).

GiĆ  san Giovanni Paolo II nel suo magistero aveva parlato di aborto ed eutanasia come delle stragi degli innocenti del tempo attuale (vd. in particolare il discorso alla Giornata Mondiale della GioventĆ¹ di Denver nel 1993).

Anche Don Oreste Benzi, fondatore della ComunitĆ  Papa Giovanni XXIII, aveva insistito su questo collegamento, traendo la conclusione che anche i bimbi abortiti possono essere definiti ā€˜martiriā€™: ā€œQuei bambini massacrati da un Erode ubriaco dā€™invidia sono martiri e quindi santi: Quale differenza tra quei bambini e quelli che oggi vengono massacrati con lā€™aborto? Nessuna, perchĆ© i bambini di Betlemme furono uccisi in odio a GesĆ¹; i bambini che vengono resi poltiglia nel seno della madre, sono uccisi in disprezzo al comando di Dio: ā€œnon uccidereā€.

Per le sue caratteristiche, il 28 dicembre si presta quindi a diventare la ā€œgiornata della memoria delle vittime dellā€™abortoā€, in analogia alle diverse giornate della memoria e del ricordo delle vittime oggi giĆ  presenti, da quelle della Shoah (27 gennaio), a quelle del lavoro (10 ottobre), a quelle della mafia (21 marzo)…

E giĆ  da alcuni anni anche in Italia il 28 dicembre si svolgono iniziative per mantenere il ricordo dei bambini, ognuno dei quali ĆØ un essere umano ĆØ unico ed irripetibile, che ieri cā€™era e che non ritornerĆ  su questa terra, per condividere il pianto di tanti che giĆ  li ricordano e contemporaneamente per farli uscire dallā€™oblio in cui li colloca la nostra societĆ .

Da alcuni anni la ComunitĆ  Papa Giovanni XXIII in alcune cittĆ  propone un semplice segno fisico della memoria: la deposizione di un mazzo di fiori nel luogo (lā€™ospedale) in cui hanno perso la vita. Fiori bianchi che indicano lā€™innocenza dei piccoli, rossi che ricordano la loro fine cruenta, e rosa per annunciare la misericordia di Dio che ĆØ piĆ¹ grande di qualunque ingiustizia umana.

Questā€™anno lā€™evento si terrĆ  a Rimini (alle ore 9) e a Modena (alle 18) e sarĆ  caratterizzato dal fatto che il mazzo sarĆ  deposto da una donna che ha vissuto in prima persona lā€™esperienza dellā€™aborto.

Un segno importante per sottolineare che non ĆØ un momento contro le mamme, che non si vuole giudicare nessuno. Anzi, assieme alle mamme, ma anche a papĆ , nonni,… si vuole testimoniare quanto questi bimbi siano ancora vivi nel cuore di tanti, e ne abbiamo segnato in profonditĆ  le vite, si vuole unire la preghiera al loro dolore, al rimpianto quotidiano.

Anche La Vigna di Rachele, unā€™associazione che promuove percorsi di guarigione per donne e uomini che hanno vissuto l’esperienza dellā€™aborto, propone in questo giorno un momento di commemorazione dei bambini: al termine di una celebrazione eucaristica i genitori che hanno abortito il loro figlio sono invitati a deporre una candela accesa e a scrivere a fianco il nome dei bambini. Questā€™anno la commemorazione avrĆ  luogo a Roma (nella parrocchia di Santā€™Agnese fuori Le Mura) alle ore 19 ed a Piano di Sorrento (NA) alle 20.

Dice Papa Francesco che “ricordare ĆØ una espressione di umanitĆ , ricordare ĆØ segno di civiltĆ , ricordare ĆØ condizione per un futuro migliore di pace e di fraternitĆ ”.

Nel fare memoria si esprime anche una speranza. La speranza che verrƠ il giorno in cui tutto questo avrƠ fine, in cui la societƠ cambierƠ lo sguardo verso questi bambini ed accoglierƠ le loro mamme anzichƩ respingerle, e gli ospedali saranno luoghi solo in cui si dƠ solo la vita e non la morte.

Per tutti questi motivi sarebbe un segno meraviglioso se questa Giornata della memoria venisse celebrata in un numero sempre maggiore di cittĆ  del nostro paese, e tanti si unissero nel fare memoria.

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