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Prof. Calabrese: “Quali sono i benefici della dieta mediterranea”

La dieta mediterranea si conferma al primo posto nell’annuale classifica dei migliori regimi alimentari redatta dalla rivista statunitense U.S. News and World Report. L’intervista di Interris.it al professor Giorgio Calabrese, esperto di alimentazione

La dieta mediterranea, già patrimonio Unesco, continua a ricevere attestati positivi, da ultimo la posizione più alta nella classifica dei miglior stili alimentari mondiali stilata dalla rivista U.S. News and World Report per il sesto di fila, da cinque in solitaria. A cosa si devono questi riconoscimenti? Lo abbiamo chiesto al professor Giorgio Calabrese, medico dietologo, specializzato in Scienza dell’alimentazione, docente universitario e consulente scientifico del ministero della Salute.

Malnutrizione: eccesso e carenza

Prima uno sguardo alla situazione della nutrizione. Nel mondo oltre un miliardo di persone soffre di obesità. Un problema non solo per l’Occidente “ricco”, ma anche per i Paesi a reddito medio e basso. L’allarme in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet a marzo, realizzato in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il tasso di obesità è quadruplicato tra i bambini e gli adolescenti e raddoppiata tra gli adulti nel periodo 1990-2022. Un regime alimentare non sano, insieme ai vari fattori di rischio, come la sedentarietà, è una minaccia per il benessere psico-fisico integrale di una persona e possibile causa di altre patologie oltre – o insieme – all’eccesso ponderale, l’accumulo di eccessivo grasso corporeo. Lo studio sull’obesità infantile nella regione europea dell’Oms, sui dati raccolti tra il 2022 e il 2024, mostra che un quarto dei bambini europei tra i 7 e i 9 anni è sovrappeso e l’11% obeso, con l’Italia che registra una discesa al 19% e un pressoché stabile 9,8%.  L’altra forma di malnutrizione, cioè la carenza di nutrienti, nel 2023 ha fatto registrare 733 milioni di persone che hanno sofferto la fame, secondo il rapporto “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” redatto da cinque agenzie delle Nazioni unite. Questi dati ci ricordano quanto il diritto al cibo, cioè l’accesso a una corretta nutrizione, adeguata nell’apporto e varia negli alimenti, sia fondamentale per garantire la salute.

Un modello

Quello con la dieta mediterranea non è il rapporto con un menù, ma con un modello. Non si tratta infatti di un cibo o di un piatto, ma è un insieme”, commenta l’esperto. “Se consideriamo che sul mar Mediterraneo si affacciano ventidue Paesi, notiamo poi che quella ‘italiana’ è la versione più gradevole e salutista perché abbiamo massimizzato l’introduzione di fibre, che riducono l’assorbimento di grassi e zuccheri, e l’assunzione di proteine nobili”. Grazie a un regime alimentare basato su pasta, legumi, cereali, frutta e verdura di stagione, pesce e carni bianche, formaggi e prosciutti magri.

Benefici

Il professor Calabrese illustra nel dettaglio alcuni dei benefici di questa dieta: “L’acido oleico contenuto nell’olio extravergine di oliva protegge le arterie e le membrane cellulari, prevenendo così i tumori. Mentre i grassi ricchi di Omega 3, come quelli del pesce e della frutta, ‘abbassano’ il colesterolo ‘cattivo’”. Gli effetti positivi si riscontrano anche a livello cognitivo. Infatti “se una cellula è al riparo dal cancro vive più a lungo e se viene ‘rinverdita’ da lipidi sempre come gli Omega 3, che contengono la giusta quantità di elastina, una proteina, rimane elastica” – continua l’esperto – “i neuroni sono cellule nervose e se sono alimentate erroneamente il cervello va in default. Spesso quando si ha l’impressione di non ricordare qualcosa è per il rallentamento delle funzioni neurogene”.

Educazione alimentare

Dal legame tra il cibo e la salute deriva l’importanza di investire sull’educazione alimentare, coinvolgendo piccoli e grandi. “Per diversi motivi, dalla presenza degli stili alimentari chetogenici statunitensi alle difficoltà economiche, passando per una mancanza di conoscenza, oggi solo il 5% delle famiglie italiane segue pedissequamente la dieta mediterranea”, contestualizza Calabrese. In questo quadro, continua il dietologo, “abbiamo lavorato a diverse proposte di legge che approderanno in Parlamento per chiedere che si cominci a fare di educazione alimentare fin dall’asilo nido. Bisogna spiegare anche ai genitori cosa fa bene e cosa no e far seguire a insegnanti e professori corsi sul tema tenuti da medici, dietisti e nutrizionisti, in modo che le informazioni possano girare fra i giovani e le famiglie”. “Così potremo avere un maggiore ritorno alla dieta mediterranea”, conclude.

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