Categories: In Evidenza

“Ogni dono è un nodo”: i protagonisti sono i giovani

Foto gentilmente concesse. A sinistra la dottoressa Elvira Tumilieri. A destra: la locandina della campagna Ail

Avvicinare i giovani alla donazione di sangue e midollo osseo è un gesto fondamentale per rispondere concretamente alle necessità di molte persone in difficoltà. Con questo obiettivo è nata la campagna “Ogni dono è un nodo”, un progetto rivolto agli studenti delle classi IV e V delle scuole superiori. Il nome scelto per questa iniziativa racchiude il messaggio che AIL desidera trasmettere: quando si dona, si creano legami indissolubili e si entra a far parte di una rete virtuosa, composta da nodi destinati a durare nel tempo.

L’intervista

Interris.it ha approfondito questo progetto con la dottoressa Elvira Tulimieri, presidente di AIL Salerno e referente di questa importante iniziativa, che ha l’obiettivo di coinvolgere sempre più scuole e ragazzi.

Dottoressa Tulimieri, qual è il vostro approccio con i giovani?

“Utilizziamo il metodo della peer education, ovvero l’educazione tra pari, in cui i giovani assumono un ruolo attivo nell’insegnamento e nel supporto reciproco, imparando gli uni dagli altri. Puntiamo su questo approccio perché siamo convinti che, trattandosi di coetanei, possano essere formatori particolarmente efficaci. Condividono esperienze, linguaggi e interessi simili, facilitando così una comunicazione diretta e coinvolgente. Oggi, la peer education è uno dei metodi più diffusi per promuovere la salute e prevenire comportamenti a rischio tra gli adolescenti e i giovani. Da un lato, rende i ragazzi consapevoli delle risorse che possiedono, dall’altro, chi ascolta riesce ad identificarsi facilmente e comprendere più rapidamente il concetto”.

Tra gli obiettivi del progetto c’è anche l’accrescimento dell’autostima. Come si lega questo concetto al tema del dono?

“Il volontariato diventa uno strumento prezioso. Quando i ragazzi scoprono di possedere delle capacità, noi offriamo loro la possibilità di fare esperienze di vita attraverso il volontariato. Quando decidono di mettersi in gioco, affiancando l’associazione nelle attività di volontariato, percepiscono concretamente l’efficacia del loro impegno. Capiscono che ciò che fanno ha un valore straordinario, il che incrementa la loro autostima. Le attività cui sono invitati a partecipare sono molteplici, come ad esempio affiancare l’associazione nella raccolta fondi o visitare gli ospedali per donare un sorriso e un aiuto a chi sta vivendo un momento di sofferenza”.

Ad oggi, i donatori giovani sono sufficienti?

“Purtroppo no, e per questo AIL ha deciso di promuovere campagne nelle scuole. Pensiamo, per esempio, alla donazione di midollo osseo, che può coinvolgere donatori tra i 18 e i 35 anni, quindi una fascia di età molto giovane. Inoltre, per poter donare è necessario godere di buona salute, e i giovani, generalmente, superano bene questa prova, in quanto non assumono abitualmente farmaci”.

Donazione e benessere personale si legano?

“Assolutamente sì. Per diventare un donatore consapevole, è fondamentale mantenere uno stile di vita sano. Soprattutto tra i giovani, questo implica una piena consapevolezza del valore inestimabile del proprio benessere, non solo per sé stessi, ma anche per gli altri. Inoltre, uno degli obiettivi del progetto è promuovere l’autodirezione, una capacità che aiuta i giovani a guardare al futuro con un atteggiamento positivo, riconoscendo nella solidarietà un valore fondamentale per la vita in comunità. Per questo motivo, noi di AIL crediamo che campagne come questa siano un vero e proprio inno alla vita”.

Elena Padovan: