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Misericordie, otto secoli di sconfinata carità

Fantasia della Carità, servizio alla persona e farsi prossimo. Ecco il Comune Denominatore delle Misericordie. Interris ha incontrato il Presidente nazionale Domenico Giani che ci ha raccontato cosa significa essere compagni di viaggio delle persone più fragili e bisognose

Domenico Giani, Presidente Nazionale Confederazione Misericordie d'Italia (foto: Francesco Vitale)

Vicinanza e aiuto ai più fragili, ispirati dalla “fantasia della carità”. Attraverso 800 anni di storia, le Misericordie hanno accompagnato i bisognosi, offrendo loro sostegno concreto e ascolto. L’impegno è “un’economia circolare del bene”, che unisce generazioni nel servizio, trasmettendo valori sempre presenti dal 1244. Interris.it ne ha parlato con Domenico Giani, Presidente nazionale Confederazione Misericordie d’Italia.

“In questi otto secoli di storia – ha raccontato Giani – le Misericordie si sono messe al servizio della persona, come dei veri pellegrini di speranza, attraverso le opere di misericordia che si realizzano nella fantasia della carità, perché ogni opera di misericordia si declina in tanti momenti della vita dell’uomo e quindi le Misericordie sono compagne di viaggio soprattutto delle persone più fragili, delle persone più povere, di quelle più bisognose. Povere, non perché non hanno soldi, ma perché hanno bisogno di essere accompagnati, di sentirsi vicini, ascoltati”.

Una economia circolare del bene

Il Presidente nazionale ha anche ricordato la distinzione che Papa Francesco ha fatto tra un corrotto e un operatore della misericordia. “Il corrotto – continua Giani – è colui che ha il cuore rotto, chi è invece l’operatore di misericordia? Colui che sa dare il cuore ai miseri“. E dopo 800 anni di vita continuano a nascere vocazioni nelle misericordie. “I nuovi volontari racconta ancora Domenico Giani – sono persone di tutte le età, dai nuovi giovani che si avvicinano a questo servizio, agli anziani. Mi piace dire che le misericordie sono anche un’economia circolare del bene, le misericordie permettono di incontrarsi, di fare del bene agli altri e di farsi del bene fra di noi e di trasmettere quei valori che risalgono al 1244 e che non mutano, i valori del riconoscere nell’uomo sofferente il Signore, il Signore che ci accompagna, il Signore che ci viene incontro, il Signore che ci ama”.

Andrea Nicol, volontaria (foto: Francesco Vitale)

Un servizio che riempie il cuore di gioia

Parole confermate da Andrea Nicol, volontaria sui mezzi di soccorso delle Misericordie. “Dare assistenza alle persone – racconta – credo sia il cardine fondamentale della nostra associazione e della nostra storia, proprio perché noi siamo gente al servizio della gente e fare attività che richiedono l’ascolto attivo, magari delle persone più vulnerabili, credo abbia un’importanza al pari di ogni emergenza”. E nel ricordare un’esperienza condivide il servizio di consegna farmaci agli anziani durante una estate caldissima. “Può sembrare una banalità per noi – riflette la volontaria – ma per gli anziani è una grandissima cosa, un punto di riferimento nei volontari che imparano a conoscere bene. Per loro significa tanto e a noi riempie il cuore di gioia”.

Marco, volontario (foto: Francesco Vitale)

Nella disperazione, l’offerta di un caffè caldo

Vedere il sorriso delle persone che dall’ospedale tornano a casa riscalda il cuore di Marco, un altro volontario delle Misericordie in servizio nel sanitario. “Ti dona proprio il sorriso nel cuore – racconta – quando torni da una missione, come in una delle ultime in Protezione Civile nella gestione delle emergenze, persone disperate che però nello stesso tempo ti offrivano un caffè caldo, anche se non avevano più nulla e avevano perso tutto e questo è una cosa grande”.

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