In un mondo che cerca di superare le disuguaglianze di genere, l’inclusione delle donne nel mondo del lavoro e nelle istituzioni è essenziale per costruire una società più equa. Le donne rappresentano una risorsa indispensabile per il progresso economico, sociale e politico, e investire nel loro talento non solo promuove l’equità, ma rafforza l’intero sistema. Tuttavia, in Italia, i dati INPS sono ancora preoccupanti. Nonostante infatti i numerosi sforzi, l’occupazione femminile rimane ben al di sotto della media europea, con le donne penalizzate sia in termini di opportunità che di salario.
L’intervista
Interris.it ha approfondito questo tema con Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, che supporta le donne nel loro percorso professionale e personale, promuovendo merito e talento. La fondazione si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, lavorando per garantire pari opportunità. Recentemente, Lella Golfo ha partecipato alla seconda edizione del Summit “Women Global WGIS” a Tripoli, in Libia, focalizzato sull’economia e le opportunità di business nel Paese. Durante l’evento, ha sottolineato il ruolo cruciale delle donne nell’imprenditorialità e negli investimenti, promuovendo la collaborazione internazionale per una crescita economica sostenibile.
Presidente, cosa è emerso durante il workshop?
“Ho percepito un forte desiderio di cambiamento. La Libia sta attraversando una fase di trasformazione, con segnali positivi: sono state nominate donne in ministeri importanti, è stata eletta una sindaca e l’occupazione femminile sta aumentando. Il Paese sta cercando di favorire la partecipazione delle donne nei settori economico e politico, un passo fondamentale per garantire che le donne possano contribuire pienamente alla crescita.”
Come possiamo fare in modo che queste opportunità non rimangano isolate, favorendo un vero scambio di conoscenze tra donne di diverse realtà?
“Le donne devono collaborare per superare le sfide comuni. Si tratta di un dialogo globale in cui tutte le donne possono guadagnarne in termini di competenze ed esperienze e per questo è una pratica che dobbiamo sostenere e incoraggiare. La collaborazione è fondamentale per l’innovazione e la crescita. La Fondazione Marisa Bellisario è anche un’ONG e promuoviamo missioni in tutto il mondo, ma soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, ovvero quelli in cui la condizione femminile è più fragile e in cui soprattutto una maggiore partecipazione femminile può portare a un sostanziale progresso. Per questo ho accolto con entusiasmo l’invito al WGIS Summit, dove ho portato la nostra esperienza e quella del nostro Paese, ma ho anche ascoltato e appreso molto”.
Questa evoluzione in Libia l’ha sorpresa?
“Sì, è la determinazione delle donne libiche è straordinaria. Nonostante le difficoltà storiche e politiche, ho visto un cambiamento significativo, con un forte desiderio di costruire un futuro più inclusivo. Le donne iniziano a ricoprire ruoli di leadership, ma soprattutto iniziano a pretenderli, a comprendere che non solo li meritano ma che il loro contributo è fondamentale per la crescita della Libia. Sarà certamente un percorso lungo e faticoso ma la consapevolezza è il primo passo: le donne libiche vogliono partecipare alle decisioni, in politica come in economia. Dall’altra parte, anche gli uomini hanno compreso l’importanza dell’apertura al contributo femminile. Un dato che mi ha colpito è che la percentuale della popolazione di età pari o superiore a 25 anni con almeno un’istruzione secondaria è del 70,5% tra le donne. Sappiamo che, ancor di più nel mondo arabo, è l’istruzione la chiave dell’indipendenza femminile. In Libia le donne studiamo, e possono farlo, più e meglio degli uomini”.
In Italia, la situazione sembra difficile. I dati INPS sull’occupazione femminile sono preoccupanti. Qual è la sua opinione al riguardo?
“Sebbene i grandi passi avanti fatti negli ultimi anni, l’occupazione femminile in Italia resta al di sotto della media europea e il gap con quella maschile non accenna a risolversi. La differenza salariale è solo la conseguenza di profonde disfunzioni che vanno dal mercato del lavoro ai suoi modelli organizzativi, dalla rete dei servizi a un’asimmetria anche all’interno delle famiglie. Le donne lavorano in settori e svolgono occupazioni meno pagate, hanno più spesso contratti a tempo determinato e un uso incomparabilmente più massiccio del part time. Le donne non hanno ancora la libertà di scegliere tra lavoro e famiglia ed è questo il nodo più importante da risolvere. Credo però che tanto si stia facendo e sono fiduciosa.”
Quali misure potrebbero favorire un cambiamento e dare maggiore spazio alle donne nel mondo del lavoro e nella politica?
“Il cambiamento culturale è la base. È necessario creare un ambiente che incoraggi le donne a emergere e a candidarsi per ruoli di leadership, superando le barriere esistenti. Leggi come quelle sulle quote di genere nei consigli di amministrazione sono fondamentali. Quando ho proposto quella legge nel 2011, c’era molta resistenza, ma oggi vediamo i risultati: la presenza femminile nei board è passata dal 5,6% a oltre il 43%. L’Italia è ora al quinto posto nel mondo per la presenza femminile nei consigli di amministrazione. Questo dimostra che le leggi possono cambiare la cultura. Tuttavia, è necessario che le politiche siano accompagnate da un impegno concreto delle imprese e delle istituzioni, per favorire la formazione e il supporto alle donne in carriera, e per permettere loro di conciliare vita professionale e familiare.”
Qual è il messaggio che vuole trasmettere alle donne, sia in Italia che in altri Paesi come la Libia, che sono in fase di cambiamento?
“Il messaggio è chiaro: non smettete mai di lottare per il vostro posto nella società. Ogni donna ha il diritto di essere protagonista della propria vita professionale e sociale. Dobbiamo rompere i tabù, abbattere le barriere e sfruttare le opportunità che ci vengono offerte. Il cambiamento è già in atto e lo vediamo in Libia, in Italia e in altri Paesi, dove le donne stanno conquistando sempre più spazi di potere. Insieme possiamo fare la differenza. Le donne devono essere supportate, formate e incoraggiate a diventare leader, perché quando le donne prosperano, prospera l’intera società.”
Quanto è fondamentale l’emancipazione femminile per costruire una democrazia solida?
“Una democrazia che esclude le donne da ruoli decisionali non può essere considerata tale, è solo una democrazia dimezzata. La democrazia è autentica solo quando ogni individuo ha la libertà di partecipare, influenzare le decisioni e crescere. La libertà delle donne è una condizione imprescindibile per la qualità della democrazia, poiché consente un pluralismo di idee che arricchisce il processo decisionale. Quando le donne sono libere di esprimersi e di accedere a tutte le sfere della vita pubblica e privata, l’intera società ne beneficia, creando un ambiente più equo e prospero.”