La presenza a Roma di chiese nazionali si deve ai gruppi di stranieri che giungevano nella Città Eterna, sia dall’Oriente che dall’Occidente, per visitare le tombe degli Apostoli, soprattutto quelle di Pietro e Paolo specialmente in occasione dell’Anno Santo, e di altri grandi avvenimenti civili o religiosi.
Scopo principale della nascita delle chiese nazionali era quella di fornire accoglienza e assistenza ai pellegrini provenienti da diverse nazioni. Roma, centro della cristianità, attirava fedeli da tutta Europa, che spesso si trovavano in difficoltà a orientarsi e a trovare alloggio in una città straniera. Le chiese nazionali offrivano così loro un punto di riferimento, un luogo dove poter pregare nella propria lingua, ricevere assistenza spirituale e materiale, e trovare alloggio presso gli ospedali o gli ostelli annessi.
Questi gruppi di pellegrini furono dapprima chiamati “scholae” e i primi a formarsi furono quegli degli inglesi, dei francesi, dei frisoni, dei sassoni, popoli di origine germanica, dei greci, ecc. Va notato che il concetto di “schola” esisteva sin dal tempo di Diocleziano (284-305) quando tale termine comprendeva gli ufficiali della guardia imperiale e la stessa guardia dell’imperatore, composta da uomini che provenivano dalle varie parti del mondo conquistato dai Romani.
In epoca medievale, c’erano a Roma luoghi di accoglienza e assistenza per i pellegrini, spesso gestiti da comunità monastiche o confraternite. Tuttavia, la vera e propria nascita delle chiese nazionali, intese come istituzioni con una propria chiesa, ospedale e altre opere assistenziali, si ebbe a partire dal XV secolo, in un periodo di grande fervore religioso e di aumento dei pellegrinaggi soprattutto in occasione dei Giubilei.
In origine, l’espressione “schola” significava l’ambiente nel quale convenivano genti diverse che attendevano a uguali affari, trattando cose di utilità generale. Dal luogo poi delle riunioni, il nome passò ad indicare come “scholares” coloro che partecipavano a questo tipo di corporazione o “università” di arti e mestieri. Il primo dei reggitori della “schola” era chiamato “primicerios”, titolo tuttora conservato nelle confraternite, le quali furono anch’esse all’inizio, associazioni di persone che praticavano lo stesso lavoro.
La necessità non solo spirituale dei gruppi di pellegrini stranieri, ma anche quella di ritrovarsi tra compatrioti per aiutarsi vicendevolmente, fece sorgere nel passato a Roma, le chiese nazionali, presso cui si costituirono fervi centri di operosità. E gli edifici di queste chieste furono innalzate con maggiore o minor fasto, a seconda delle possibilità economiche delle varie colonie di forestieri, i quali, in genere, le intitolarono ai rispettivi santi nazionali: tra tutte ricordiamo S. Luigi dei Francesi, S. Antonio dei Portoghesi, S. Giosafat per gli ucraini…. e tante altre.
Vogliamo, in omaggio a Papa Francesco, ricordare la chiesa nazionale dell’Argentina: S. Maria Addolorata, situata nel quartiere Trieste, a Piazza Buenos Aires, che lo stesso Jorge Mario Bergoglio, frequentava, quand’era ancora cardinale. Il tempio che risale al 1930 su progetto dell’ing. Giuseppe Astori, è stata la prima chiesa, tra le repubbliche dell’America Latina ad avere un proprio edificio religioso a Roma. Una curiosità, all’interno, nelle navate laterali, sovrastate da un bel matroneo, sono esposte dal 1967 le bandiere dei vari Paesi latino-americani, un simbolico segno di pace, unione e concordia.
Come le varie nazioni del mondo hanno a Roma proprie chiese, presso le quali, sebbene in forme diverse dal passato, fanno capo gli stranieri, ospiti della città, così anche le regioni della nostra Italia, da quella più a Nord a quella più a Sud, dal Medioevo in poi, ambirono erigere nell’Urbe templi illustri che testimoniassero la loro attiva presenza nella città stessa e fossero insieme punti e centri di raccolta e di incontro, ricordiamo per i marchigiani e i piceni: S. Salvatore in Lauro, per i calabresi: S. Francesco di Paola, per i sardi: Nostra Signora di Bonaria, per i milanesi i Santi Ambrogio e Carlo e per i pugliesi S. Nicola in Carcere… ed altre ancora.