Di fronte alla crescente disuguaglianza e povertà, il Vicariato di Roma, in collaborazione con la Fondazione Roma, ha deciso di intraprendere un’iniziativa concreta per favorire il riequilibrio territoriale, contrastare la dispersione scolastica e combattere la microcriminalità. Con un investimento di quasi 600 mila euro, nasce il progetto “Inclusione sociale di giovani e famiglie”, che mira a realizzare interventi in otto parrocchie situate nelle periferie della Capitale. L’obiettivo è promuovere attività che rafforzino la coesione e l’inclusione sociale, offrendo alle persone più vulnerabili opportunità di crescita e di integrazione.
L’intervista
Per comprendere meglio le finalità e le aspettative di questa iniziativa, Intrerris.it ha intervistato Claudio Tanturri, responsabile della Sezione Sport e Tempo Libero del Vicariato di Roma.
Claudio questo progetto partirà a gennaio 2025 e coinvolgerà diversi quartieri periferici. Quali sono gli obiettivi principali e perché è così rilevante per la diocesi di Roma?
“Il nostro obiettivo principale è apportare cambiamenti concreti nelle periferie romane, migliorando la qualità della vita di giovani e famiglie. Vogliamo trasmettere un segnale di speranza, soprattutto in quelle realtà dove le difficoltà sociali sono più accentuate. Gli interventi previsti comprendono ristrutturazioni e la creazione di spazi utili per la comunità, come campi da calcetto, teatri rinnovati e aree gioco accessibili a tutti. Vogliamo che questi luoghi diventino punti di riferimento, offrendo occasioni di crescita, socializzazione e inclusione.”
Con un investimento così significativo, di quasi 600 mila euro, che impatto ci si aspetta nelle parrocchie coinvolte?
“L’investimento è certamente importante, ma l’aspetto che conta di più è l’impatto che avrà nella vita quotidiana delle persone. Per noi, l’inclusione sociale è una priorità assoluta. Nelle periferie, i giovani rischiano spesso l’emarginazione, e il nostro obiettivo è contrastare fenomeni come l’abbandono scolastico e la microcriminalità. Vogliamo creare luoghi di incontro e di formazione che possano diventare veri e propri punti di riferimento per famiglie, per chi vive con difficoltà economiche e per le persone con disabilità, attraverso dei progetti a loro dedicati. Inoltre, questo progetto non si limiterà a creare spazi fisici, ma offrirà anche opportunità di riscatto sociale per le comunità coinvolte.”
Il Cardinale Reina ha parlato di “Giubileo della speranza”. In che modo questo progetto può contribuire a rinnovare la speranza nelle periferie di Roma?
“Il Giubileo della speranza è un invito a guardare con fiducia anche le realtà più difficili, dove la speranza sembra smarrita. Il nostro obiettivo è proprio quello di riportare la speranza, mettendo al centro l’inclusione sociale. Creare spazi sicuri e funzionali per i giovani è fondamentale per costruire una comunità più coesa, dove ogni individuo, soprattutto nelle periferie, possa sentirsi parte di un progetto comune e solido.”
Qual è l’auspicio per il futuro di questo progetto?
“Mi auguro diventi un modello replicabile, non solo per Roma, ma anche per altre città. È un’iniziativa ambiziosa, che credo fermamente possa fungere da esempio per altre realtà vulnerabili, desiderose di offrire un vero riscatto ai propri cittadini. Spero che non si limiti solo agli aspetti materiali, ma che rappresenti anche un cammino verso una società più giusta, inclusiva e capace di rispondere ai bisogni di tutti.”