Il ruolo degli imprenditori nell’ambito della tutela del bene comune è cruciale per garantire un equilibrio tra gli interessi economici e sociali all’interno delle comunità. Un manager responsabile deve adottare una visione sostenibile, che consideri non solo la redditività aziendale, ma anche l’impatto delle decisioni sulla collettività e sull’ambiente. In questo contesto, la tutela del bene comune, implica una gestione etica delle risorse, promuovendo pratiche che favoriscano il benessere collettivo, la giustizia sociale e la protezione dell’ambiente. Il manager deve, quindi, essere in grado di integrare obiettivi economici con principi di responsabilità sociale, creando un clima di fiducia con le comunità locali e gli stakeholder.
L’esperienza di Gaetano Santonocito
In Italia, dagli anni del “miracolo economico” ad oggi, gli esempi di manager e imprenditori con un forte retroterra etico e sociale, sono stati molti. Uno di questi è il dott. Gaetano Santonocito il quale, fin da ragazzo, dopo la laurea in Economia e una lunga carriera, è diventato un manager di rilevo internazionale che, però, è sempre stata coniugata da una forte vocazione sociale esemplificata all’interno delle Aias. Questa storia è stata riassunta nel libro autobiografico intitolato “Wallbanger. Storie di manager”. Interris.it, in merito ai tratti salienti di quest’opera e alle sue finalità ha intervistato l’autore dell’opera.

L’intervista
Dottor Santonocito, come ha preso corpo l’idea di scrivere “Wallbanger. Storie di manager”?
“Attraverso questo libro ho deciso di raccontare la mia storia di manager, partendo da quando ero ragazzo fino ad oggi, con l’obiettivo di evidenziare l’importanza dell’ambiente e del contesto in cui ho vissuto nel determinare quanto è successo nella mia storia lavorativa personale, ma anche collettiva, dando testimonianza del contesto sociale che ha determinato la realizzazione del cosiddetto ‘miracolo economico’. In particolare, quest’ultimo, ha favorito la mia formazione manageriale e, contestualmente, lo sviluppo di prodotti di largo consumo negli anni di grande crescita dell’economia del nostro Paese.”
Cosa ha portato della sua esperienza di manager e imprenditore nel mondo del volontariato?
“Tutte le mie esperienze, da quelle iniziali a quelle di manager in multinazionale, sono risultate indispensabili per una conduzione mirata e ordinata anche nel Terzo Settore: non ci vuole solo cuore ma anche molta competenza per far si che, l’inclusione, diventi sempre di più un valore universalmente riconosciuto e concretamente applicato in ogni ambito.”

I proventi del suo libro saranno destinati a un’iniziativa rivolta all’inclusione delle persone con disabilità. Di cosa si tratta?
“I fondi raccolti con questo libro saranno destinati a sostenere le attività di ‘Aias Desio Inclusive Village’ nato dall’assegnazione ad Aias Monza, da parte del Comune di Desio, di una grande proprietà immobiliare con un passato legato alla criminalità organizzata ed in seguito confiscata. Grazie alla valorizzazione di questo bene, lo stesso è stato tramutato in un centro specialistico che si pone l’obiettivo di perseguire l’inclusione delle persone con disabilità a 360 gradi che, in futuro, ospiterà diverse attività riabilitative connotate da molti aspetti innovativi. Serve l’impegno di tutti per far sì che, ogni persona, indipendentemente dalla propria condizione particolare, possa realizzare i propri sogni, senza se e senza ma.”