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Gli 800 anni del “Cantico delle Creature”

Nel "Cantico delle Creature", il più bel pezzo di poesia religiosa, riscopriamo tutta la bellezza che Dio ha donato all’uomo

Il “Cantico delle Creature”, conosciuto anche come il “Cantico di Frate sole e Sorella luna”, e anche come “Laudes creaturarum”, composto in volgare umbro del XIII secolo, compie ottocento anni. Il testo si presenta come una lauda, una forma di preghiera di lode a Dio. È strutturato in strofe che celebrano le diverse creature del creato, invitandole a lodare il Creatore. L’autore Francesco d’Assisi, l’ha composto tra il 1224 e il 1226, c’è chi sostiene che l’umile frate, patrono d’Italia, l’abbia scritto nel santuario di Santa Maria della Foresta, il complesso include la chiesa di San Fabiano e altre strutture conventuali, nella Valle Santa a pochi chilometri da Rieti. Proprio in questo luogo si trova la cosiddetta “celluzza”, dove Francesco si ritirava in preghiera e presumibilmente scrisse il “Cantico delle Creature”.

Il testo, fu dettato da Francesco, ad un confratello dopo una notte di acute sofferenze fisiche, egli stava diventando cieco. Come leggiamo nelle “Fonti Francescane” il “Cantico delle Creature” è senza dubbio, al tempo stesso, sublime preghiera e altissima lirica. E’ sicuramente il più bel pezzo di poesia religiosa, ed esso contiene l’espressione più completa dell’animo e della stessa spiritualità di Francesco, caratterizzata da un profondo amore per Dio e per il creato, da un senso di fraternità universale e infine da un’accettazione serena della sofferenza e della morte.

Il Cantico ha avuto una grande influenza sulla successiva letteratura italiana, sia per l’uso del volgare sia per i temi trattati. È considerato un testo fondamentale della nostra tradizione letteraria, possiamo affermare della stessa letteratura italiana. Esso con i suoi versi trasmette un messaggio dal valore universale, che parla al cuore di ogni uomo, anche a quello della nostra epoca e dell’attuale contesto storico in cui vive, al di là delle differenze culturali, sociali e religiose.

È un invito alla contemplazione della bellezza del creato, ricordiamo che Francesco è stato un innamorato della natura, e alla gratitudine verso il Creatore, che ha dato all’umanità uno sfondo meraviglioso per vivere, e così viene espressa e presentata nel “Cantico” la visione positiva della natura, in cui scopriamo l’immagine di Dio, che invita l’uomo ad amare e rispettare la natura stessa, proprio con tutte le sue creature.

Nei versi, diventati famosi e conosciuti in tutto il mondo, scopriamo un inno di lode e di ringraziamento a Dio: di lode dell’uomo a Dio e a tutte le sue creature, in quanto belle e benefiche opere sue, e aggiungiamo anche tutte quelle creature, definite tali, quali il sole, la luna e le stelle, e i quattro elementi che fanno parte del cosmo: l’aria, l’acqua, il fuoco e la terra. Si nota ancora una volta, come all’interno del “Cantico” “il poverello d’Assisi” abbia voluto evidenziare la grandezza, l’onnipotenza e la stessa bontà del Signore.

Il chiamare le creature “Fratello e Sorella”, ci trasmette un’immagine del mondo, serena ed armoniosa al tempo stesso, così l’uomo può sentirsi veramente legato a tutto ciò che ne fa parte. Nel testo è importante per Francesco, il perdono e soprattutto il perdonare “per lo Tuo amore” significa perdonare imitando l’amore misericordioso di Dio, che perdona i peccatori. Esso diventa quindi un atto di fede e di adesione alla volontà divina, che ogni uomo dovrebbe perseguire.

L’umile frate parla infine anche della morte, vista come una sorella, e anche se nessun uomo può evitarla, proprio la morte rappresenta il momento del passaggio della vera vita a Dio. A distanza di otto secoli, rileggendo il “Cantico delle Creature” siamo certi di riscoprire tutta la bellezza che Dio ha donato all’uomo, ed ancora oggi un monito ed un invito a volersi bene e a sentirsi veramente tutti fratelli e sorelle.

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