“La Colletta Alimentare è un gesto educativo semplice e autentico perché è dono del proprio tempo, è dono di sé nel farsi volontario e dono di cibo per chi non ne ha”, ha dichiarato Giovanni bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare. Interris.it lo ha intervistato in occasione della 28esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.
Un gesto da vivere e da rivivere
L’iniziativa solidale – che ha come slogan “Un gesto da vivere. E rivivere” – si svolgerà in Italia sabato 16 novembre: in oltre 11.600 supermercati, oltre 150mila volontari di Banco Alimentare, inviteranno le persone ad acquistare prodotti a lunga conservazione come olio, verdure in scatola, conserve di pomodoro, tonno e carne in scatola e alimenti per l’infanzia. Tutto ciò che verrà raccolto sarà distribuito a oltre 7.600 organizzazioni partner territoriali che sostengono oltre 1.790.000 persone.
L’intervista
Presidente, qual è l’importanza della Giornata della colletta alimentare?
“E’ importante per tanti motivi, ma ne vorrei sottolineare in particolare due: la possibilità offerta ai nostri concittadini di contribuire, in maniera semplice e alla portata di tutti, ad un gesto educativo, autentico, di solidarietà, di condivisione e di carità per aiutare chi è in difficoltà; inoltre, abbiamo la possibilità di recuperare qualche migliaio di tonnellate di cibo che, nei mesi successivi all’evento verranno distribuiti agli enti caritativi convenzionati con il Banco Alimentare: sono circa 7.600 dislocati su tutto il territorio nazionale e aiutano circa 1 milione e 800 mila persone”.
Perché si tratta di un gesto educativo?
“Secondo i dati dell’Istat, nel nostro Paese circa il 10% della popolazione vive una situazione di difficoltà, dobbiamo prendere atto che non siamo da soli. Essere richiamati una volta l’anno ad un momento così ‘forte’ diventa per natura un gesto educativo”.
Quanto è importante la soldarietà?
“E’ fondamentale. Si costruisce la socialità unicamente partendo da un senso di appartenenza e, quindi, da una solidarietà realmente vissuta”.
Rispetto agli scorsi anni, il numero delle persone aiutate tramite Banco Alimentare sono aumentate?
“Sì, rispetto al 2019 sono aumentate notevolmente. Sono quasi 5 milioni 700 mila persone vivono sotto la soglia di povertà. Sempre di più si tratta di persone con un lavoro, il loro reddito non è in grado di sopperrire a tutte le esigenze famigliari. Sembra una contraddizione: la disoccupazione nel nostro Paese non è mai stata a livelli così bassi. Purtroppo, questo significa che il lavoro c’è ma è ‘lavoro povero'”.
E’ aumentata la disponibilità di cibo che viene donata?
“No, non è aumentata. Le aziende cercano di ottimizzare le loro produzioni e conoscono sempre meglio il mercato, per cui le eccedenze recuperabili per l’uso umano si riducono. Inoltre, aumentano anche i costi per recuperare gli alimenti. Noi cerchiamo di fare il possibile, per esempio aumentando il numero dei punti vendita da cui si recupera il cibo, ma non è sempre semplice farlo”.
Da qualche anno la colletta alimentare è anche online. Sono molte le persone che scelgono questa modalità?
“I donatori online sono cresciuti nel tempo. Una fascia della popolazione italiana si è abituata a questa modalità di acquisto. Abbiamo ritenuto doveroso offrire la possibilità di fare un gesto di solidarietà anche a chi preferisce fare acquisti online”.
Come sarebbe l’Italia se non ci fosse più il mondo del volontariato?
“Una bella domanda questa. Tantissime forme di solidarietà e di aiuto sono possibili grazie al volontariato che, per altro, sta un po’ riducendosi nelle modalità tradizionali. E’ sempre più diffuso il volontariato fatto spesso ma in modo sporadico… E’ importante che si ritorni ad essere attrattivi in forme di volontariato che durano nel tempo. E’ il quotidiano che aiuta a costruire giorno dopo giorno”.