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Fra Emiliano Antenucci: “Ecco come difenderci dalle tentazioni del demonio”

foto gentilmente concessa da fra Emiliano Antenucci

Barbablù è il nome con cui padre Pio era solito chiamare il diavolo. Ho scritto questo libro perché aiutasse le persone nel discernimento, ma all’interno è presente anche una nota simpatica. Nel volume parlo delle venti strategie con cui il diavolo prova ad attaccarci e di come difenderci. Un antico detto evidenzia: ‘Se vuoi combattere il tuo nemico devi conoscerlo'”. A parlare a Interris.it è fra Emiliano Antenucci, rettore del Santuario della Vergine del Silenzio di Avezzano (provincia dell’Aquila) e autore del libro “Le strategie di Barbablù – come il diavolo quotidianamente ci tenta“, Tau Editrice.

Gli attacchi del diavolo

Fra Emiliano spiega che il diavolo ci tenta con lo scoraggiamento, l’orgoglio, la vanità, la “superbia spirituale“, con la divisione, usando lo sparlare, la calunnia ed esagerando la realtà. “Il diavolo distrugge le cose belle, come la famiglia, la comunità cristiana e la Chiesa – afferma -. Per combatterlo serve la ‘cristoterapia’, la ‘mariaterapia’, il santo rosario. E’ necessario essere saldi nella fede e nella preghiera, con umilà, gioia e ricercando la bellezza. Purtroppo, questo nostro mondo sembra preferire il trash e il brutto, ma la vera vocazione e il vero nutrimento dell’uomo è la bellezza. Non mi riferisco a quella esteriore, ma alla bellezza del creato, della musica e dell’arte”.

Le tre “s” delle tentazioni e la più grande medicina

Le principali tentazioni del diavolo sono i soldi, il sesso e il successo, spiega fra Emiliano. Ma c’è una medicina potente, capace di sconfiggerlo: l’amore di Dio. “Il diavolo ha tre lauree – scherza il Missionario della Misericordia -: in filosofia, teologia e psicologia. E’ uno psicologo perché conosce tutti i nostri punti deboli e cerca di tentarci; è filosofo perché cerca di giustificare tutto ciò che fa: ‘tanto che male c’è?’; inoltre, è un teologo che sa tutto di Dio e della Bibbia”.

Barbablù

Fra Emiliano spiega perché padre Pio chiamava il diavolo Barbablù: il nome è preso in prestito dalla fiaba di Charles Perrault. Barbablù invitava le donne al suo castello con la promessa di sposarle e, invece, c’era un tranello: le attraeva con l’inganno per poi ucciderle. “Il diavolo luccica ma non illumina – afferma il frate -, costella la nostra strada di ‘lavori in corso’ per bloccarci. E’ importante, toglierci dalla testa l’immagine del diavolo che ci è stata trasmessa attraverso i film e i racconti, non è niente di tutto ciò. Analizzando la vita dei santi, potremmo dire che il “diavolo veste Prada’, prendendo in prestito il titolo di un film. Il diavolo è gentile, elegante, si presenta bene, in fin dei conti è il più grande manipolatore che conosciamo ed è furbo: sa benissimo che se si presenta come un mostro ci spaventiamo e fuggiamo“.

Un libro per tutti

Fra Emiliano spiega che il libro è rivolto a tutti, senza eccezioni, ma soprattutto a chi vuole fare un cammino serio di vita spirituale e di discernimento. “Io descrivo venti strategie che il diavolo usa con tutte le persone, un convento e un seminario non ci preservano dall’azione del demonio, lui può mettere in atto le sue strategie ovunque – aggiunge -. E questo è uno dei motivi per cui San Giovanni Paolo II ha voluto un monastero di suore in Vaticano, affinché ci fosse sempre qualcuno in orazione costante per contrastre l’azione del demonio”.

Le strategie per combattere il demonio

Il punto debole del diavolo è la nostra fede in Dio, nella Madonna e la preghiera – aggiunge -. Sant’Agostino dice che il diavolo è un cane legato, se noi abbiamo il coraggio, la fede e la preghiera lui non potrà nulla contro di noi. Il male in qualche modo ha la capacità di affascinare, ci seduce e abbandona, al contrario Dio non ci abbandonerà mai“.

Manuela Petrini: