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Diagnosi di tumore: come cambiano gli equilibri

La diagnosi di tumore segna un momento critico, che spesso introduce una realtà difficile da accettare. Tuttavia, è possibile raggiungere un nuovo equilibrio e serenità per affrontare il percorso della malattia, grazie soprattutto al sostegno psicologico fornito da professionisti come lo psiconcologo, che supporta il paziente nell’accettazione della situazione e nel vivere pienamente il presente.

L’intervista

Interris.it ha incontrato Gabriella Pravettoni, esperta in psicologia delle decisioni e psiconcologa, per esplorare le implicazioni psicologiche della diagnosi di tumore. Insieme a Mauro Boldrini, la dottoressa Pravettoni ha trattato questi temi nel libro La vita è adesso. Ammalarsi, Rigenerarsi, Vivere. Ecco il resoconto della nostra conversazione.

Dottoressa Pravettoni, cosa accade psicologicamente quando arriva la diagnosi di tumore?

“Senza ombra di dubbio si tratta di un momento inaspettato e destabilizzante. Colpisce sia il corpo che l’emotività, segnando un cambiamento radicale nella vita della persona. Piuttosto che considerarla un trauma, preferisco parlare di una rottura di equilibrio, ovvero la visione della vita che il paziente aveva prima della diagnosi, all’improvviso viene improvvisamente alterata. Da quel momento, la persona è chiamata a ricostruire un nuovo equilibrio, considerando la malattia e i suoi impatti fisici ed emotivi”.

Come è cambiata nel tempo la percezione del cancro, soprattutto in relazione alla speranza di vita?

”Un tempo, la malattia era vista come una condanna a morte, mentre oggi sappiamo che, in molti casi, può diventare una condizione cronica o addirittura curabile. La diagnosi, tuttavia, implica un percorso complesso, che comprende trattamenti intensivi come chemioterapia e chirurgia, che pongono sfide sia fisiche che psicologiche. Sebbene oggi ci siano più motivi di ottimismo per quanto riguarda le possibilità di trattamento, non bisogna dimenticare che l’aspetto emotivo necessita altrettanta attenzione e supporto”.

Come può una persona rigenerarsi emotivamente dopo la diagnosi e durante il trattamento?

”La rigenerazione emotiva avviene attraverso un lavoro interiore, spesso con il supporto di un professionista. È fondamentale che il paziente esplori i propri valori e si adatti alla nuova condizione. Questo processo richiede il rispetto delle proprie credenze, ma anche l’accettazione che alcune priorità possano cambiare. Nonostante la malattia, è possibile trovare felicità, anche nelle piccole cose. Le storie di oltre 3 milioni di persone che convivono con il cancro in Italia, dimostrano che si può vivere una vita piena e significativa, anche in presenza della malattia”.

Come riesce la persona malata a comprendere questo processo di rigenerazione?

”La malattia oncologica spesso fa svanire l’illusione dell’immortalità. Prima della diagnosi, tendiamo a pensare che la vita non abbia limiti e che ci sia sempre tempo per tutto. Il cancro, al contrario, ci costringe a fare i conti con la finitezza della nostra esistenza. Questa consapevolezza ci aiuta a riflettere sulle emozioni e sulle esperienze quotidiane, riscoprendo l’importanza della vita stessa e trovando nuove motivazioni anche nei momenti più difficili”.

Quindi, la malattia non è solo sofferenza, ma anche un’opportunità per cambiare prospettiva sulla vita?

”Esattamente. La malattia oncologica, pur essendo dolorosa e complessa, può rappresentare un’occasione di riscoperta. La persona, infatti, è costretta a fermarsi e riflettere su ciò che davvero conta per lei. Questo processo non è facile, ma spesso porta a un cambiamento profondo nel modo di vivere la propria vita. Con il giusto supporto, molte persone riescono a riscoprire una nuova progettualità e forza interiore, che prima non pensavano di possedere”.

Infine, cosa consiglia a chi sta vivendo un’esperienza di malattia oncologica, soprattutto per affrontare le difficoltà emotive?

”Il mio consiglio è di non affrontare la malattia da soli, ma di cercare sempre il supporto di un professionista. La malattia oncologica è un viaggio che coinvolge tanto la mente quanto il corpo. Parlarne, accettare le proprie emozioni senza vergogna, e soprattutto non perdere la speranza, sono aspetti cruciali. Anche se la vita cambia direzione, può comunque continuare ad avere significato. Non è mai troppo tardi per trovare nuova energia e scopi, anche quando tutto sembra incerto”.

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