I responsabili di alcune tra le più prestigiose istituzioni artistiche e museali al mondo si riuniranno per esplorare nuovi linguaggi e strategie per la valorizzazione e la trasmissione del patrimonio religioso e artistico. E’ stato infatti sottoscritto un Manifesto educativo sulla trasmissione del codice culturale delle religioni. Questa la sfida che è stata lanciata durante l’incontro internazionale Sharing Hope-Horizons for Cultural Heritage organizzato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e dai Musei Vaticani nella sala conferenze delle collezioni pontificie.
Partire dal concetto di Amicizia
“L’esperienza religiosa ha fecondato la realtà culturale nel mondo occorrendo recuperarla e riapprenderne il significato” è l’appello del cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero. Richiamando l’enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti”, il cardinal Tolentino ha ribadito come il Pontefice abbia sempre parlato agli artisti partendo dal concetto di amicizia e relazione. “Occorre attivare un dibattito nel reciproco dialogo, incontro fra attori capaci di mutuo ascolto”.
L’importanza di usare un linguaggio moderno
“L’arte si può comunicare attraverso l’attività che noi facciamo nei musei – ha detto a Interris Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani – con le grandi collezioni universali che abbiamo a un pubblico che deve poterle decodificare o a un pubblico che usa mezzi diversi e che noi dobbiamo imparare perché sono i mezzi che loro comprendono; non dobbiamo essere arroccati nelle nostre torri d’avorio ma scendere e capire che per non perdere questo filo rosso della nostra tradizione da dove noi veniamo, è importante usare linguaggi moderni”.
Portiamo il nostro patrimonio fuori all’esterno dei musei
“La nostra missione è quella di confrontarci con le esigenze della società contemporanea e rendere i nostri musei accessibili” ha sottolineato Massimo Sanna, direttore generale Musei e Ministero della Cultura. “Dobbiamo portare il nostro patrimonio – ha aggiunto – anche fuori dai musei. Non solo nuovi linguaggi per i musei, ma anche attività che valorizzino il nostro patrimonio straordinario all’esterno dei musei. Per esempio, nei licei o negli aeroporti, addirittura negli alberghi, che possa essere anche un volano e uno stimolo per visitare i musei. Insomma, comunicare i musei con linguaggi adeguati e raccontare il patrimonio con un linguaggio adeguato”.