Le feste sono momenti in cui usciamo dalla routine ed entriamo in una dimensione di condivisione, di calore umano e di tempo per sé stessi. Sono un periodo necessario di “stacco” dalle attività che ci tengono impegnati tutto l’anno e connotate da un importante valore simbolico, che porta a riunirsi per celebrare e per veicolare sentimenti attraverso lo scambio di doni, manifestazione di cura nei confronti di qualcuno. La felicità euforica per le festività, il cosiddetto “Christmas bliss”, ha il suo contraltare nella frenesia consumistica della corsa ai regali e nella malinconia di chi soffre la quantità di impegni concentrati in pochi giorni o è afflitto da problemi relazionali o di salute mentale, il cosiddetto “Christmas blues”. Il miglior modo per viverle al meglio è essere consapevoli del momento che rappresentano e scandendo il proprio tempo in modo equilibrato, recuperando anche quell’elemento di gioco che le caratterizzava durante l’infanzia.
Bisogno e simbolo
“Le feste sono la codificazione sociale di una necessità naturale, quella dell’alternanza tra impegno e riposo”, spiega a Interris.it l’esperta della Società psicoanalitica italiana (Spi) Adelia Lucattini, “per funzionare la nostra mente ha bisogno di un proprio ritmo, dato dei periodi di pausa dai doveri della convivenza civile”. Oltre alla biologia, c’è l’aspetto antropologico. “Hanno anche un significato simbolico, abbiamo bisogno di ideali e di un senso in cui credere, e una festa come il Natale li rappresenta”. Nella celebrazione si mettono al centro le relazioni con la famiglia e con il proprio gruppo sociale ritrovandosi insieme e scambiandosi regali. “Lo scopo dei doni è rafforzare i legami, la loro gratuità e il pensiero per l’altra persona che c’è dietro veicolano un sentimento di affetto e di attenzione”.
“Stress” da regalo
Pur indebolito dal calo del minor potere d’acquisto, il consumismo è ancora un motore della corsa ai regali di Natale. In un meccanismo dove il valore di un pensiero è spesso sostituito da un dovere formale e dove il denaro sostituisce i sentimenti, viene meno il significato del gesto e si diffondono comportamenti problematici. “E’ una situazione stressante”, continua la psicoanalista, “l’ansia dei regali può avere a che fare con una mentalità anoressica – non fare alcun regalo o esasperarne gli aspetti formali – oppure bulimica, con una voracità dettata dall’angoscia, senza il sapore delle buone emozioni”. Una tendenza positiva, nota Lucattini, è il maggior ricorso al riciclo e al baratto dei regali, una sensibilità ecologica contro lo spreco.
Salute mentale
Se per tanti le feste sono piene di leggerezza, per alcuni sono un peso. L’associazione Telefono amico Italia da anni offre un servizio di ascolto non stop dalla mattina del 24 fino alla mezzanotte del 26 dicembre per chi ha bisogno di compagnia o di uno sfogo. Nel Natale 2023 ha ricevuto 629 contatti. “L’obbligo di festeggiare non rende felici”, commenta l’esperta. Chi le vive come un momento triste probabilmente ha avuto difficoltà durante l’adolescenza, ricevendo mortificazioni quando avrebbe potuto avere qualche piccola libertà in più, spiega, o perché soffre l’interruzione delle attività quotidiane, da cui emerge un vuoto interiore. “C’è ovviamente anche chi le vive in maniera positiva, divertendosi a ‘giocare’ con gli addobbi anche in età adulta, recuperando lo spirito gioioso dell’infanzia”, aggiunge Lucattini.
Conta il pensiero
Come ogni situazione della vita, è un prisma sfaccettato di sfumature. Allora, come trascorrerle in maniera funzionale? “E’ importante scandire gli impegni nel modo più rilassato per stare in compagnia in maniera diversa dal solito e per divertirsi andando al cinema, a teatro, a un concerto”, consiglia la psicoanalista. Il dono ha un ruolo fondamentale nella celebrazione del Natale. “Dev’essere espressione di un pensiero nei confronti dell’altro, qualcosa di non abituale, non ordinario. Si regalano spesso delle composizioni floreali per addobbare casa – proiezione del mondo interiore – che rispecchiano l’immagine che abbiamo di chi le abita”. Quello che conta è davvero il pensiero.