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Bonanni (ONA): “Amianto e uranio: due killer letali e invisibili”

Trentadue anni dopo la legge che ne vieta l'utilizzo, l'amianto continua a uccidere. Il rischio è ancora alto: 40 milioni di tonnellate da smaltire anche da scuole e ospedali. Interris.it ha fatto il punto con l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA)

Di amianto si muore ancora. Chiamato anche asbesto, l’amianto è una sostanza mortale poiché le sue fibre, una volta inalate, possono provocare asbestosi e tumori come il mesotelioma, un cancro che colpisce il rivestimento dei polmoni e si sviluppa spesso molti anni dopo l’esposizione, con una progressione rapida e letale. Sebbene bandito in Italia con la legge 257 del 1992, resta diffuso in edifici come scuole e ospedali, costituendo un rischio per la salute pubblica, come dimostra il caso Eternit di Casale Monferrato. Ne parliamo su Interris.it con l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) associazione nota per il suo impegno nella difesa delle vittime dell’amianto in Italia.

L’intervista a Ezio Bonanni di ONA

Come presidente ONA, come commenta i dati del nuovo Rapporto Istisan dell’Istituto Superiore di Sanità sulle morti per amianto (detto anche asbesto)?

“Secondo il rapporto, tra il 2010 e il 2020 sono decedute per mesotelioma in media 1.545 persone all’anno. Questa è certamente una sottostima del reale numero dei casi di morte. Infatti, i casi di mesotelioma sono più elevati rispetto a quanto lì riportato; inoltre, l’amianto è l’agente causale anche di altre patologie, definite ‘asbesto correlate’. Quali il tumore del polmone, il tumore della laringe, il tumore delle ovaie e l’asbestosi – una malattia polmonare cronica conseguente all’inalazione di fibre di amianto – con unanime consenso scientifico (patologie inserite nella Lista I dell’INAIL, vale a dire le malattie professionali riconosciute). A maggior ragione, va osservato che ci sono anche altre patologie (quelle per esempio della Lista II dell’INAIL), che pure in assenza di unanime consenso scientifico sono comunque considerate asbesto correlate. Tra queste: il cancro della faringe, dello stomaco e del colon, e poi quello dell’esofago.

Come Osservatorio Nazionale Amianto avete dunque una stima della stima della mortalità effettiva?

“Sì. Come più volte ribadito, i dati reali e concreti sono molto più elevati delle stime, tant’è vero che perfino l’OMS ha dovuto ammettere che i decessi per malattie asbesto correlate, nel mondo, sono 200.000 ogni anno, rispetto ai 100.000, di cui alle precedenti stime. Per un quadro completo ed esaustivo rimando alla voce absesto-amianto del sito internet dell’Osservatorio Nazionale Amianto“.

A 32 anni dalla legge 257/92 che ha vietato l’amianto, rimane un’emergenza sanitaria e ambientale?

“Sì. L’amianto è un potente cancerogeno, che spesso agisce in sinergia anche con altri cancerogeni. Nelle stime spesso si sorvola su tutte le altre patologie asbesto correlate. L’Italia ha fatto registrare, fino alla messa al bando con la L. 257/92, il più elevato utilizzo di amianto in Europa, dopo la vecchia Unione Sovietica. In Italia ci sono ancora 40.000.000 di tonnellate di amianto, e materiali contenenti amianto, in almeno 1.000.000 di siti e micrositi. Con questo ritmo le bonifiche termineranno tra circa 85 anni e tenendo conto che i tempi di latenza possono arrivare anche a 60 anni (la media del mesotelioma è di 48 anni, per gli altri cancri è inferiore), questo rimarrà un problema serio ancora per più di un secolo. Ci sono intere comunità sconvolte dall’amianto che è divenuto un dramma sociale: Taranto ne è il nuovo epicentro, dopo che Casale Monferrato è stato bonificato. La vera sfida è la bonifica e messa in sicurezza (prevenzione primaria), poi la tutela sanitaria (prevenzione secondaria), e la tutela dei diritti (prevenzione terziaria)”.

Non di solo amianto si muore: cos’è la “sindrome dei Balcani” e qual è la pericolosità dell’esposizione all’uranio impoverito?

“Le nanoparticelle e le radiazioni che si sprigionano da questi proiettili hanno un ruolo sinergico con l’amianto per il mesotelioma pleurico, per il cancro del polmone, e per altre patologie, purtroppo mortali. Emblematico il caso del giornalista Franco Di Mare, noto per i suoi reportage nei luoghi di guerra, deceduto a 68 anni lo scorso 17 maggio proprio per un mesotelioma”.

Franco Di Mare e, a sinistra, l’avv. Ezio Bonanni alla conferenza ONA “Amianto e Uranio, in guerra e in pace: ricchezza e povertà dall’energia alla salute”. Roma, 23 novembre 2023. Foto: ONA

Quali sono state le sfide legali più significative dell’Osservatorio Nazionale ONA Aps nella difesa delle vittime dell’amianto e dell’uranio impoverito, e quali sono i traguardi raggiunti fino ad ora?

“L’impegno fondamentale dell’ONA è stato quello di far emergere i rischi occulti, come quello dell’amianto nelle scuole e negli ospedali. Sono in corso le bonifiche di questi edifici, anche se sempre a rilento. Abbiamo ottenuto la tutela anche delle vittime e dei familiari, comprese le Forze Armate. Abbiamo ottenuto per gli uomini della Marina, dell’Esercito, dell’Aeronautica e dei Carabinieri, il riconoscimento dell’equiparazione a vittima del dovere per danni da amianto e uranio. E il nostro impegno prosegue”.

Vorrebbe fare un appello finale?

“Mi rivolgo al Premier Giorgia Meloni perché il problema della bonifica dell’amianto sia riportato nell’agenda di Governo, solo così si potrà tutelare la salute nei luoghi di vita e di lavoro”.

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