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Biliardo inclusivo: il progetto UISP per abbattere le barriere

L'intervista di Interris.it a Vanni Bertacchini, responsabile nazionale biliardo UISP, sui benefici dell'iniziativa "biliardo inclusivo" per persone diversamente abili

Il biliardo come strumento di inclusione sociale. Il biliardo infatti non è solo un gioco, ma un potente strumento per promuovere l’inclusione sociale e costruire relazioni tra persone di diverse età, capacità e storie personali. Questo è l’obiettivo di un progetto innovativo promosso dalla UISP (Unione Italiana Sport per Tutti), che utilizza il biliardo come mezzo per abbattere barriere e favorire il dialogo e l’integrazione con persone con disabilità. In questa intervista a Vanni Bertacchini, responsabile nazionale del biliardo UISP, approfondiamo il significato e gli sviluppi di questa iniziativa che dimostra come lo sport possa diventare un veicolo di cambiamento sociale.

Intervista a Vanni Bertacchini, responsabile nazionale del biliardo UISP.

Come è nata l’idea di organizzare un torneo di biliardo inclusivo?

“L’iniziativa nasce dalla volontà di avvicinare al biliardo persone con disabilità e giovani, offrendo loro un’alternativa ai videogiochi o al tempo passato isolati davanti alla TV. Il progetto, iniziato tre anni fa in provincia di Bologna, coinvolge due associazioni: Campi d’Arte, che lavora con persone con disabilità, e Galapagos. A settembre, gruppi di partecipanti si incontrano settimanalmente per imparare le regole e la disciplina del biliardo. Fin dall’inizio, abbiamo osservato risultati significativi: i partecipanti acquisiscono abilità tecniche, socializzano e imparano a rispettare le regole. Oltre alle lezioni, organizziamo incontri con i nostri tesserati più esperti, che affiancano i partecipanti in giornate di gioco condiviso. Questo approccio ha generato grande entusiasmo e soddisfazione, tanto che alcuni di loro saranno inseriti nel prossimo campionato ufficiale UISP”.

Come si svolgono le attività?

“Il progetto si sviluppa da settembre a giugno e include giornate di gioco con squadre miste, formate da persone con disabilità e giocatori esperti. L’interazione favorisce la socializzazione e migliora le competenze di tutti i partecipanti. Abbiamo notato che i partecipanti non solo si divertono, ma sono anche motivati a proseguire l’attività e a migliorarsi”.

Ci sono altri progetti legati al biliardo inclusivo?

“Sì, uno dei più interessanti è ‘Biliardo tra i banchi’, dedicato alle scuole. In cinque lezioni, studenti e studentesse, inclusi quelli di famiglie non italiane, imparano a giocare a biliardo e a rispettarne le regole. Questo progetto favorisce l’inclusione e sviluppa abilità come precisione, geometria e concentrazione, coinvolgendo anche chi non ha mai avuto contatto con questo sport. In alcune scuole abbiamo installato biliardi per permettere agli studenti di esercitarsi regolarmente”.

E per quanto riguarda il lavoro con gli ipovedenti?

“Abbiamo avviato un progetto a Roma, in collaborazione con l’ASD Roma 2000, per introdurre il biliardo alle persone ipovedenti. Utilizziamo metodi adattati, come l’uso di una bacchetta di bambù, per indicare i punti di tiro. Nonostante le difficoltà iniziali, i partecipanti hanno mostrato grande impegno e capacità di adattamento, tanto che il progetto, inizialmente previsto per tre incontri, è stato esteso a sette-otto appuntamenti”.

Che ruolo gioca il biliardo nell’inclusione sociale?

“Il biliardo aiuta a sviluppare competenze come la concentrazione, la disciplina e il rispetto delle regole, che sono utili nella vita quotidiana. Inoltre, offre un’importante occasione di socializzazione. Abbiamo visto persone di età e origini diverse giocare insieme, condividendo momenti significativi. Questa esperienza ha ridato al biliardo una nuova vitalità, dimostrando che non è – come alcuni credono – solo uno sport per anziani”.

Quali sono i prossimi passi?

“Continueremo a lavorare su progetti inclusivi e stiamo anche riprendendo, dopo vent’anni, il Campionato Nazionale Giovanile. Il nostro obiettivo è far conoscere il biliardo a un pubblico sempre più vasto, dimostrando che può essere uno strumento di crescita personale e sociale”.

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