Nel giorno di Lunedì dopo Pasqua, la Chiesa dà un annuncio forte: “Cristo nostra Pasqua è risorto!”. Egli ha vinto la morte, vive al di là della morte, è il Signore dei vivi e dei morti. In questo giorno e per tutta l’ottava di Pasqua la Chiesa continua a dire: “Fermati, Gesù è risorto e questa non è una fantasia, la risurrezione di Cristo non è una festa con tanti fiori. È il mistero della “pietra” scartata che finisce per essere il fondamento della nostra esistenza”, come ci ha ricordato Papa Francesco (Papa Francesco, Omelia, Domenica di Pasqua 2017).
L'espressione “lunedì dell'Angelo”, lunedì di Pasqua, o Pasquetta, diffusa in Italia, appartiene alla tradizione e non al calendario liturgico della Chiesa cattolica, il quale lo indica come Lunedì dell’Ottava di Pasqua, alla stessa stregua degli altri giorni dell'ottava (martedì, mercoledì ecc.). Questo modo di dire prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l'incontro dell’Angelo con le donne giunte al sepolcro.
Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamarne il corpo. Vi trovarono il grande masso che chiudeva l’accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto” (Mc 16,1-7). E aggiunse: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”, ed esse si precipitarono a raccontare l'accaduto agli altri.
Il lunedì dell’Angelo, in Italia, è un giorno di festa che generalmente si trascorre insieme con parenti o amici con una tradizionale gita o scampagnata, pic-nic sull'erba e attività all’aperto. Questa tradizione trova le sue origini nel desiderio di ricordare i discepoli diretti ad Emmaus. Infatti, lo stesso giorno della Resurrezione, Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus a pochi chilometri da Gerusalemme: per ricordare quel viaggio dei due discepoli si trascorrerebbe, dunque, il giorno di Pasquetta facendo una passeggiata o una scampagnata “fuori le mura” o “fuori porta”.
Il lunedì dopo Pasqua è un giorno di gioia grande perché dopo la passione e morte di Gesù, l’unica cosa davvero morta e sepolta, per un cristiano è la paura. Per questo le prime parole che vengono dette alle donne è di non avere paura, di non temere nulla. Se Gesù è risorto ed è il vivente non si può avere più paura perché è sempre con noi. Questo deve far nascere in ogni credente la gratitudine, ma anche il senso di responsabilità di vivere da persone “risorte”. Come alle donne al sepolcro, anche a noi viene detto: “Non abbiate paura, Cristo è risorto”, ripetiamolo al nostro cuore e riapriamo la nostra vita alla speranza.