Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore vostro Dio ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nel Paese in cui state per entrare per prenderne possesso; perché tu tema il Signore tuo Dio osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti dò e così sia lunga la tua vita. Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica; perché tu sia felice e cresciate molto di numero nel Paese dove scorre il latte e il miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte. Quando il Signore tuo Dio ti avrà fatto entrare nel paese che ai tuoi Padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti; quando ti avrà condotto alle città grandi e belle che tu non hai edificate, alle case piene di ogni bene che tu non hai riempite, alle cisterne scavate ma non da te, alle vigne e agli oliveti che tu non hai piantati, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guardati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dal Paese d'Egitto, dalla condizione servile.Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome”.
In Deuteronomio 6, 1-13 emerge con profonda chiarezza l’invito rivolto a Israele a professare la fede nel Dio unico, ad ascoltare e ad osservare i suoi comandi nella terra promessa, in cui il popolo sta per entrare. L’ingiunzione ad osservare “il comando, gli ordinamenti e i decreti” (Deut 6, 1) è più di una esortazione a mettere in pratica una serie di precetti legali: Dt 4, 6 chiarisce questo concetto affermando “le osserverete dunque e le metterete in pratica perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Temere YHWH e osservarne le prescrizioni e i precetti crea allora una connessione, presente in Deuteronomio e in gran parte della letteratura sapienziale, tra timor di Dio e sapienza: il popolo di Israele, che osserva e le leggi e i comandamenti, è considerato un popolo saggio e sapiente.
Il tema centrale che emerge è quello della gratuità dell’amore di Dio, che si manifesta pienamente nel suo agire storico: “YHWH è il solo e unico Dio che ha imposto al suo popolo il carico di amarlo perché egli lo ha già amato” (Christensen, Deuteronomy). YHWH si rivela come un Dio che, come dice il libro dell’Esodo, chiede al popolo di Israele di ascoltare la sua voce e di custodire la sua alleanza, solo dopo avergli mostrato “ciò che io ho fatto all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me”. (Es19, 4).
Questo amore gratuito, che Egli dà e chiede in cambio, implica una fondamentale conseguenza nella vita di Israele: comporta lealtà e obbedienza ed è accompagnato dalla domanda di esclusiva devozione, “con tutto il cuore, con tutta La persona, con tutta la forza”. L’amore di Dio prende corpo nell’evento della liberazione dall’Egitto, che qui viene evocata come decisivo atto salvifico di Dio, “il motivo essenziale per cui Israele deve osservare i comandamenti che Dio gli ha dato. Sarà questa la 'giustizia' d’Israele (Dt 6, 20-25)”. Dio ha eletto “il più piccolo di tutti i popoli” (Dt 7, 7) per il suo amore verso Israele e per il giuramento che egli aveva stabilito con i patriarchi, come si dice nel nostro brano. C’è uno stretto legame tra “liberazione, elezione e patto (che) mette nuovamente in luce con quanta densità e concentrazione siano legati insieme i diversi aspetti teologici nel linguaggio deuteronomico”.
La storia d’Israele, allora, diventa la storia che Dio fa propria, rivela tutto ciò che YHWH ha compiuto per il suo popolo, e diviene il contesto in cui il popolo deve pensare il suo futuro, perché sia una risposta d’amore e obbedienza a quel Dio che lo ha posto in una relazione di alleanza con lui. “La storia è così una dimensione di continua relazione tra Dio e il suo popolo. Il passato disegna la fedeltà di Dio nella relazione e pone la premessa per la continuazione della relazione”. Ed è nella storia che Israele dovrà imparare a tener fede all’alleanza al suo unico Dio, all’unico Dio degno di essere amato.
L’autore sacro invita i suoi ascoltatori alla gratitudine, che fonda un sentimento di amore e di riconoscenza verso Dio e impedisce al popolo di dimenticarlo o di pervertire la propria conoscenza di Dio.
In questo senso l’ascolto si rivela una dimensione fondamentale della legge, perché un ascolto attento è capace di fare risuonare nell’intimo dell’uomo le parole dei precetti divini, rende l’uomo capace di azione e di conversione, per tornare su quel cammino indicato dalla parola di Dio. Allora tutti i comandi del Deuteronomio non fanno che illustrare e sviluppare il comandamento di amare YHWH e di rimanere fedeli a lui soltanto. E l’amore richiesto è rispondenza all’amore manifestato da YHWH per Israele.
L’affermazione dell’unicità di Dio e il precetto di amore si legano, a mio parere, in mutua e indissolubile unità: la relazione d’amore reverenziale, di obbedienza filiale, o di pietas, è la sola possibile al popolo di Israele, come risposta al Dio liberatore che si è rivelato come l’unico Dio. Egli è anche, di conseguenza, l’unico Dio che per Israele è possibile amare: “Amore e timore, obbedienza e rispetto sono sullo stesso piano come atteggiamenti fondamentali dell’israelita nei confronti del suo Dio.(…) L’amore che YHWH richiede da Israele implica anche pietà filiale e obbedienza reverenziale” (Garcia Lopez, “Il Pentateuco”).
L’amore per il Dio unico, come risposta all’eterna dedizione di YHWH verso il suo popolo, è il centro pulsante di tutta la vita di Israele, ed è nell’osservanza di questa norma fondamentale, da cui discendono “le prescrizioni e i decreti” (6,1), che il popolo può trovare “la sua saggezza e la sua intelligenza” (4, 6). L’invito ad amare l’unico Dio, a vivere in una dimensione di lode per la sua volontà di rimanere sempre con noi può indicare una strada da percorrere all’uomo di ogni tempo, per ritrovare il giusto modo di entrare in relazione con Dio.