Siamo abituati alla preghiera che Gesù stesso ci ha consegnato, il Padre Nostro, al centro del Vangelo di questa domenica. La recitiamo tutte le domeniche a Messa, chi prega ogni giorno la ripete più volte in una stessa giornata…è una preghiera familiare, una delle prime che impariamo da bambini. Eppure, se ci fermiamo a pensarlo, la preghiera del Padre Nostro è qualcosa di sconvolgente, di meraviglioso, un regalo immenso per la nostra vita.
Perché con il “Padre Nostro”, Gesù ci dona la possibilità di dire a Dio: “Papà! Babbo!”. I Padri della Chiesa la chiamavano “corona dell'iniziazione cristiana”: una preghiera tanto importante che nella Chiesa primitiva veniva consegnata verso la fine del catecumenato. Era un dono a cui coloro che volevano divenire cristiani dovevano essere istruiti, preparati adeguatamente. Questa preghiera, come dicevamo con i Padri questa “meravigliosa corona”, ha una perla al suo interno: “Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe”. Questa è la perla che distingue i cristiani. Solo chi ha ricevuto la nuova natura, chi ha abbandonato l’uomo vecchio, può vederla realizzata: perché chi non perdona distrugge tutta l'opera che Dio ha fatto in lui.
Il Perdono è la manifestazione che abita in noi lo Spirito di Cristo: perché è impossibile perdonare con le nostre sole forze – non si tratta di buona volontà o di virtù umana – ma solo se abbiamo accolto lo Spirito di Cristo! Lui ci dona questa capacità di Amare chi ci fa del male, chi ci è nemico: come Lui ha fatto con noi quando lo abbiamo rinnegato, quando gli abbiamo preferito altri “padri”. E allora si realizza in noi quanto dice san Giovanni: “Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio”. Ecco che puoi allora dire “Padre mio”: sì, gli altri ti riconosceranno come Suo Figlio, non perché sei tanto perfetto, una persona che non sbaglia mai, ma perché mostri che hai il Suo Spirito di Amore. Anche noi, come si vede nelle immagini delle catacombe, come cristiani dobbiamo recitare il “Padre Nostro” con le braccia stese, come Cristo sulla croce: “Sia fatta la Tua Volontà”, affinché anche noi, come Cristo, possiamo amare in questo modo, donando la vita.