La festa di Cristo Re conclude l’anno liturgico: anche quest’anno siamo chiamati a fare un bilancio, ad interrogarci se in noi si è fatta presente la Regalità di Cristo. Una regalità che non ha nulla a che vedere con quella dei regni umani, dei potenti della terra. Noi seguiamo un Re che si è fatto nostro servo, che si è abbassato fino a diventare l’ultimo, ha accettato di essere trattato come l’ultimo dei malfattori, perché nessuno potesse essere escluso dalla Salvezza. Con questa regalità siamo dunque chiamati a confrontarci.
Abbiamo saputo approfittare di questo tempo per rispondere alla sua chiamata ad essere simili a Lui, ad accettare le ingiustizie, a farci carico degli errori degli altri, cioè ad amare? Perché se abbiamo vissuto solo per noi stessi, chiusi nel nostro egoismo, significa invece che abbiamo sprecato il tempo, abbiamo accumulato per il nulla, destinati ad una vita in fondo inutile. Già oggi. Saremo molto sorpresi quando arriveremo in Cielo, al momento in cui saremo al cospetto di Cristo: allora capiremo che tante cose fatte con sforzo, forse utili solo per placare i nostri sensi di colpa, tanti tentativi di perfezionarci e non aver nulla di cui rimproverarsi, ci appariranno senza alcuna importanza: perché al centro c’eravamo sempre noi, il nostro perfezionismo, solo il volersi sentire a posto e migliori degli altri…
Invece quell’atto d’amore gratuito, di cui ci saremo magari anche dimenticati, quel gesto di comprensione per quella persona che ci soffriva accanto, un atto di generosità sincera per quella famiglia senza soldi, una notte di lacrime per aver fatto del male, per aver tradito o ingannato…saranno quelle le cose per cui Cristo ci porterà con sé. Un gesto d’Amore, riconoscere che nulla possiamo pretendere, né di nulla possiamo vantarci: quanto poco basta a Gesù perché Lui ci doni la Salvezza, ci porti nel suo Regno.
Disse una volta Santa Teresa di Calcutta: “Anche se scrivete solo una lettera per un cieco, o se vi sedete ad ascoltare una persona, o fate visita a qualcuno o gli portate un fiore, o gli lavate la biancheria o gli pulite casa: piccole cose, ma agli occhi di Dio tutto è grande”. Non serve cercare di essere perfetti, perché tanto non lo saremo mai: cerchiamo invece di amare, perché questa è la perfezione a cui ci chiama Cristo, che ci fa essere Re come Lui.