Se il tema della misericordia rimane una sfida, la Quaresima lo è di più. Alcuni dicono che tutta la loro vita è una quaresima, e allora non hanno bisogna di un tempo speciale. San Benedetto era più modesto. Semplicemente scrive nella sua Regola: Sebbene la vita del monaco in ogni tempo abbia da serbare l’osservanza quaresimale; pure, siccome pochi hanno questa virtù, così insinuiamo, che in questi giorni di Quaresima ciascuno custodisca la sua vita con ogni purezza; e similmente in questo santo tempo, ripari a tutte le negligenze degli altri tempi (Cap. 49).
Le varie vicende della nostra vita sicuramente ci provocano un po` di conforto. Questo – ma anche le nostre preoccupazioni disordinate – in questo tempo devono essere messi in ordine. Si tratta di un orientamento spirituale sano ed equillibrato, di ritorno alle giuste propozioni tra le varie dimensioni nella nostra vita. Gli sforzi quaresimali – esterni ed addizionali – servono a questo. La pedagogia quaresimale, essendo puramente pasquale, non vuole nient’altro che la nostra liberazione: dai peccati e da tutto ciò che ci blocca l’accesso alla grazia, quindi alla misericordia di Dio. San Benedetto lo descrive nelle parole molto poetiche dicendo sull’attesa con gaudio di spirituale desiderio della Santa Pasqua. Niente di grave o pesante: solo leggerrezza, grazia e gioia. Ovviamente questi sono i frutti del percorso quaresimale, necessariamente iniziati da qualche sforzo.
Qui San Benedetto è assai concreto: Pertanto in questi giorni aggiungiamo sopra di noi stessi qualche cosa all’usato peso della nostra servitù: preghiere particolari, astinenza dal mangiare o dal bere: affinchè ciascuno offerisca a Dio, di propria volontà e con letizia di Spirito Santo, qualche cosa di più della misura a lui ingiunta. Tolga al suo corpo alcun che del cibo, della bevanda, del sonno, del parlare, del sollazzo (ibid.).
Per ispirare a questo lavoro subime viene raccomandata la lettura di un libro intero, preso dalla biblioteca: Nei quali giorni di Quaresima ognuno prenda un codice dalla Biblioteca, e lo legga tutto per intero da capo a fondo. Essi codici si distribuiscano il primo giorno della Quaresima. (48)
Per noi, che leggiamo sempre di meno, può essere consolante che anche capitava ai monaci di avere i problemi con lettura. San Benedetto era realista: Sopra tutte queste cose siano destinati uno o due Seniori, che vadano attorno pel monastero nelle ore in cui i fratelli attendono alla lezione; e veggano se mai vi fosse alcun fratello accidioso che se ne stesse in ozio, o fosse occupato in vane ciancie, anzi che accudire alla lettura; e così non solo riuscisse inutile a sé, ma benanche sobillatore degli altri. Se un dì cotali (che mai non sia!) si trovasse, venga corretto una e due volte, e non emendandosi, sia sottoposto alle pene regolari; e si fattamente, che gli altri n’abbiano timore (ibid.)
Quindi ci serve una disciplina, e magari un aiuto. Cerchiamo allora di responsabilizzarci. Organizziamoci per non perdere questo tempo. La tradizione spirituale ci insegna che è sempre più facile camminare insieme che da solo. Forse vale la pena discutere le nostre opere quaresimali, per aiutarci ed incoraggiarci a vicenda?
fr. Bernard Sawicki osb
corrdinatore dell’Istituto Monastico al Pontificio Ateneo Sant’ Anslemo – Roma