Irapporti con gli altri sono sempre più difficili e troppo spesso sostituiti da una realtà virtuale. San Benedetto, invece, insegna a non odiare nessuno (Rb 4,65). La sua Regola insegna a vivere insieme agli altri ed è per noi un'inesauribile fonte di saggezza.
Uno dei pilastri della spiritualità benedettina è la lectio divina, un approccio alla Sacra Scrittura basato su lettura, meditazione, preghiera e contemplazione. Oggi, per meditare, sovente ci rivolgiamo alle culture orientali. Non solo non leggiamo più la Bibbia ma oltre la metà della nostra società in un anno non ha letto nemmeno un libro. E' un vero peccato: il testo scritto è una scuola, un laboratorio dei rapporti con gli altri. Pur essendo più semplice delle normali relazioni umane, l'approccio a un libro può rappresentare comunque una sfida, per l'immaginazione e per l'intelletto. Leggere, infatti, non è nient'altro che un incontro con l'autore.
Possiamo allora cercare un nesso fra la cultura benedettina e le relazioni interpersonali. La Bibbia, il Libro della Vita, rappresenta per un monaco l'incontro con Cristo. Lo dice San Girolamo quando sostiene che l'ignoranza della Scrittura significa ignorare Gesù. Per riscoprire la lettura è importante ricordare i suoi sei livelli. Secondo Alberto Fanton possiamo leggere in modo distensivo, informativo, formativo, approfondito, creativo ed attivo. Il primo modo non comporta l'acquisizione di nozioni, ma svago e relax. Il secondo, di carattere gionalistico, serve ad apprendere notizie su eventi recenti o dati. Il terzo comporta uno sviluppo della dimensione interiore della persona. Il quarto coincide con lo studio e ci fa assimiliare e confrontare nozioni. Il quinto costituisce col testo un rapporto interattivo: esamina, pone domande, legge, rielabora, verifica, rivede. Il sesto è quello che ci porta a sottolineare, prendere appunti, compilare, instaurando, anche in questo caso, una sorta di interazione con il libro.
L’analogia sembra evidente: come leggiamo un testo così trattiamo gli altri. E il benedettino potrebbe aggiungere: come leggiamo la Bibbia, così incontriamo Cristo. Alcuni testi ci fanno divertire, altri forniscono notizie. Il terzo gruppo amplia i nostri orizzonti. Il quarto cambia il nostro modo di pensare. Il quinto ci coinvolge, crea rapporti. Il sesto trasforma la nostra vita.
Se guardiamo i rapporti che abbiamo con gli altri notiamo che rientrano anch'essi in questa classificazione. Possiamo allora chiederci chi siamo per chi ci sta intorno. Un'occasione di divertimento? Diffusori di notizie? Formatori? Insegnanti? Maestri? Profeti? Talvolta questa relazione dipende dal prossimo, in altri casi è frutto di una nostra scelta. Ascoltando le letture di questa domenica vediamo la prospettiva rivelata da Dio: si tratta di un coinvolgimento profondo, capace di trasformarci. Per gli altri possiamo essere profeti o qualcosa di più, secondo la misura voluta da Gesù.