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Telefonia mobile: la lunga strada (finora) senza uscita

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Non è la prima volta che affrontiamo il tema scabroso del mercato della telefonia mobile e fissa, ma purtroppo finora sembra che se ne possa parlare solo al vento. Si ha la impressione che ogni protesta, ogni chiarimento che si chiede, cade ogni volta nel vuoto; è come se ci fosse un materasso che attutisce ogni rumore. Spesso ci si sente esasperati: il contatto da avere solo on line; ora sempre di più attraverso chat, ti fa sentire essere in un interminabile gioco dell’oca che torna immancabilmente al punto di partenza con una serie di richieste e risposte che ti spinge alla frustrazione  della somma zero per ogni operazione. Altra storia è quando devi fare il contratto di fornitura del servizio: aldilà della circostanza che ti propongono condizioni sempre diverse da quelle effettive (tutto però è garantito al fornitore dal lunghissimo elenco di fogli fittissimi di condizioni che non leggi ). Pattuisci un canone di 26 €? Puoi stare sicuro che dovrai pagare di più. Naturalmente di più del costo dell’inevitabile Iva, in disgrazia di molte altre componenti che spuntano immancabilmente; naturalmente previsto in mezzo ad una selva sterminata di clausole. L’altro ieri è successo proprio a me: mi sono recato all’estero e sono arrivati decine e decine di avvisi che mi informavano della possibilità di usufruire di una condizione di favore per dati e telefonate, se avessi aderito. Ma non ho assolutamente fatto: mi ero già premunito, per non incappare nella rete di costi salatissimi, con una SIM del paese ospitante. Tornato in Italia mi trovo una somma più alta dell'ordinario in quanto secondo la fattura avrei usufruito di servizi per l’estero. Insomma, sicuramente il solo fatto di avvisarmi ha costituito l’assenso materialmente non dato. Si potrebbe qui continuare a parlare di altre circostanze imbarazzanti, ma è inutile elencarle; ognuno dei lettori, sono sicuro, avrà senza dubbio da fare altre recriminazioni similari. Ma allora mi chiedo: cosa pensano le autorità preposte al varo delle concessioni quando autorizzano i regolamenti che sovraintendono al rispetto dei consumatori? Credo che sia venuto il tempo di chiederlo ogni giorno, finché le cose non cambiano nell’interesse dei cittadini. 

Raffaele Bonanni: