Personalmente sono stato sempre convinto che una buona economia di libero mercato, si ottiene con un efficiente sistema di regolazione della concorrenza. Per regolarla, l’arbitro (lo Stato), deve darsi una normativa semplice, chiara, a favore dell’utente, soprattutto nel mercato dei servizi, ed ancor di più nei servizi in concessione. Deve provvedere ad allestire verifiche sull’andamento del rispetto delle regolazioni, oltre a garantire meccanismi di deterrenza rispetto ai possibili soprusi ai danni degli utenti. Talvolta si ha l’impressione che le normative per il regime di concorrenza riguardi solo le aziende e non anche gli utenti. Prendiamo il mercato dei gestori della telefonia mobile. E’ in atto una sfrenata concorrenza da parte delle Compagnie, che ha prodotto riduzioni di costi per gli utenti, ma sono costi solo nominalmente inferiori a prima. Infatti i prezzi annunciati attraverso i media e depliant, risultano di gran lunga superiori al momento in cui arriva la prima fattura.
Nel resoconto capisci immediatamente che qualcosa non va: ti trovi ipotetici servizi in più che non hai mai chiesto, ed altri costi non presenti al momento del contratto. Se provi a contattare qualcuno, ti rispondono via chat robot; se chiedi un tecnico via telefono soprattutto in questi giorni, ti rispondono che causa pandemia non c’è personale. Poi, se devi dismettere definitivamente una SIM telefonica, è complicato quanto un divorzio. Chiami loro, gli riferisci che la vuoi rimuovere e ti rispondono fatto! Ma il mese successivo, ti ritrovi il costo nuovamente in bolletta.
Ora dico io: se le offerte pubbliche dicono una cosa di diverso dalle fatture, non si prefigura la condizione di pubblicità ingannevole? Qualcuno potrà rispondere che le scorrettezze eventuali si possono risolvere in se, in quanto l’utente può cambiare il contratto con altri gestori, ma c’è da considerare che anche in questo caso dovrai avere a che fare con una coda di altri pagamenti, per modem dismesso, ed altre operazioni pretese tali. A ben pensarci, siamo molto lontani dalla logica della riforma Bersani per i mutui bancari. In quella legge, la concorrenza tra banche, è salvaguardato l’utente. Infatti quando cambia banca, non paga neanche un centesimo. Ora sono sicuro che la grande maggioranza dei cittadini vive questa condizione. Mi chiedo del perché su temi così rilevanti la politica non se ne occupa come si dovrebbe fare in un paese dove vige la libera concorrenza arbitrata da un arbitro, che spesso pensa ad altro nella migliore ipotesi. Ma questa è la vita reale.