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Quale sarebbe il costo di una rottura europea?

Appena una settimana fa, Christine Lagarde aveva dichiarato incautamente e ottusamente a giornalisti, che gli chiedevano se si volesse fare qualcosa a favore dell’Italia (dato che lo spread si era innalzato sensibilmente a causa della ulteriore contrazione della sua economia ed una crescita sicura del debito pubblico sotto stress per riduzione degli introiti fiscali e spese per affrontare l’emergenza che l’attanaglia), ha risposto lapidariamente: “Il compito della Banca Centrale Europea non è quello di farsi carico degli spread dei paesi”. Subito dopo, una ondata di proteste si sono levate contro la neo Governatrice della Bce, che con quella affermazione rompeva la continuità con la politica di Mario Draghi, innescava conseguentemente una spirale pericolosa di innalzamento dello spread italiano, al quel punto priva di sostegni che nel passato aveva pur ottenuto dalla politica lungimirante del Governatore della Bce Draghi.

Persino il Presidente Mattarella, sempre misurato e diplomatico, ha protestato vigorosamente per quella posizione che sostanzialmente pugnalava alle spalle l’agonizzante Italia, impegnata ormai grandemente a fronteggiare la battaglia più impegnativa contro il coronavirus nel mondo, con l’esigenza di spendere di più per guarire persone e per sostenere economicamente famiglie intere che resteranno a casa e che tuttavia avranno bisogno di sostegni economici di grande rilievo. Naturalmente subito sono scattate le parole d’ordine contro tutto ciò che riconduce all’Europa, da parte dei ‘soliti’.

Ma in queste ore, a dimostrazione che il senso delle cose non si è ancora smarrito (il contrario avrebbe certamente fatto stramazzare a terra l’Italia, ma anche le altre economie mondiali e soprattutto europee), il direttivo della Bce ha stanziato un quantitativo di 750 miliardi di euro per limitare l’impatto della pandemia sui mercati e sui bond. La stessa La Garde annunciando il provvedimento davvero importante (della stessa cospicua portata dei 1000 miliardi di dollari stanziati dagli Usa), ha questa volta detto: “ tempi straordinari richiedono azioni straordinarie”. Certamente questa decisione è davvero incoraggiante per tutta Europa; per noi ancora di più perché non ci lascia soli nell’acquisto di denaro che di volta in volta dobbiamo ottenere a bassi costi di tassi di interessi, per pagare il nostro grande debito, e che le decisioni economiche e sociali da intraprendere le possiamo fare più serenamente.

Ma devo dire che non mi sono piaciute alcune posizioni espresse dopo la sciagurata dichiarazione di Lagarde, che paventavano l’intervento esterno sull’economia italiana, con la eventualità di espropriarci di autonomia in conseguenza della cessata copertura della Bce e dell’abbandono della UE. Mi sono sembrati i soliti spot interessati contro l’Europa. A costoro, a questo punto mi sento di dire che abbiamo avuto la dimostrazione concreta di cosa significa per il nostro paese l’abbandono dell’Europa in un mondo come oggi è fatto. Ma l’altra cosa che penso è che se è vero che questo provvedimento ci aiuta più di qualsiasi altro popolo d’Europa, è dovuto al fatto inconfutabile che gli italiani sono rimasti ultimissimi nell’aver fatto i compiti a casa tra tutti gli europei. Gli irlandesi, i portoghesi, gli spagnoli, i polacchi e tanti altri compresa la Grecia, nel corso degli anni hanno messo a frutto le provvidenze della Ue e della Bce e stanno bene, ma noi no! Allora a coloro che vogliono consenso con spesa pubblica fuori controllo e regalie che non fanno affrancare da anni un solo punto in percentuale del debito ed anzi lo fa crescere sempre più, va detto con chiarezza che sono proprio loro che spingono i vari Lagarde, a dire che il compito della Bce non è quello di farsi carico degli spread dei paesi. A buon intenditor poche parole.

 

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