Dopo che il governo nazionale vara l’ultimo decreto per regolare il lockdown italiano, ecco che le regioni, in ordine sparso, decidono ognuno soluzioni proprie, le più diverse. Sotto sotto, c’è la voglia inconfessata dei governatori di ricette proprie, naturalmente spiegate come importanti per l‘economia regionale, per abitudini e tradizioni locali. Ad ogni modo, credo che sia importante dirlo, è di un errore disarmante quello che sta accadendo. L’intera popolazione d’Italia ha avuto un comportamento straordinariamente ordinato, a sud, nel centro, al nord, segnalando chiaramente la consapevolezza che con questa pandemia non si scherza. È significativo che i comportamenti dei cittadini, la loro compostezza nell’affrontare ancora oggi la quarantena, non si sono espressi a seconda del numero degli infettati della propria regione, ma hanno dato una stessa valutazione di rischio in prospettiva, che si può correre assumendo comportamenti difformi, aldilà dei confini comunali, regionali, nazionali.
Assistendo a questo festival di soluzioni delle classi dirigenti regionali, viene spontaneo affermare che i rappresentati si stanno dimostrando più composti di una parte dei loro rappresentanti. Ormai ognuno di noi è in grado non solo di sapere cosa succede nella regione accanto alla nostra, ma di sapere quello che succede nel mondo intero, incollati come siamo alle tv, per venire a conoscenza delle evoluzioni della pandemia su scala planetaria. E tant’è che si può affermare con semplicità, che in tutti i grandi paesi Federali, si sta manifestando un solo potere che sta dettando le regole di comportamento nei territori: quello centrale.