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La carità più alta

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Pensate, se si potesse piantare un cartello nei luoghi della politica, con la scritta “la Politica è la forma più alta della carità”, così come ce la descrisse Paolo VI. Immaginate se si potesse ad ogni inizio riunione, di congresso, in ogni talk show, probabilmente qualche persona di buona volontà potrebbe essere colpito come Paolo sulla strada di Damasco e cambiare modo di impegnarsi in politica.

Sono molto colpito dalla circostanza imbarazzante che, persino in un momento strardinario come quello che stiamo vivendo, durante il quale ci sono persone che muoiono sole, altri agonizzanti nei letti d’ospedale ed il popolo che in silenzio e disciplinatamente resta a casa, il modo di far politica non cambi nelle sue espressioni sgradevoli, ed anzi in molti casi accrescono ancor più . Quando in una famiglia che ha subito un lutto o qualche grave disgrazia, i suoi componenti non compenetrandosi nel dolore e nella responsabilità litigano su tutto, perdendo il contegno, chiunque di noi li giudica male e si convince che di loro non ci si può fidare. Credo che questo mondo di leggere quella realtà, non cambi nel paragone fatto con la politica.

Non è edificante che le regioni amministrate da coalizioni avverse alla alleanza che governa nazionalmente e viceversa, si scontrino su tutto: persino sulle direttive per la lotta alla pandemia. Assistiamo ad overdose di capi di giunte regionali o ministri che nelle interviste si avventurano in valutazioni tecniche, e lanciano accuse verso gli altri più o meno velate, pur di ottenere popolarità. Essi descrivono nuovi reparti per ospitare malati, presentano attrezzature e letti, azzardano pronostici sulla pandemia. Chiedo di grazia, son sarebbero compiti dei tecnici? In questo ultimo mese si sono allestite task force di tecnici in ogni regione oltre a quelli statali; sono migliaia, ma ad informarci delle vicende di sanità e di organizzazione sono solo politici che probabilmente devono far diventare la battaglia alla pandemia un’occasione per la loro bandiera di partito.

Si dovrebbe prendere l’esempio di medici e paramedici che nonostante i massacranti turni di lavoro, gli stress emozionali che subiscono costantemente, non si vantano, non puntano il dito, non hanno nulla da recriminare, sicuramente perché hanno altro da fare. La loro carità silenziosa dovrebbe essere di esempio per tutti.

Raffaele Bonanni: