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Domande imbarazzanti

Ieri un imprenditore, in un meeting, mi ha chiesto cosa pensassi della sparizione nel Paese delle banche popolari, rurali, casse risparmio locali, banche cooperative. La sua intenzione era di discutere di un tema ormai ignorato dalla pubblica discussione, pur essendo uno dei più importanti per le famiglie e le piccole imprese che ricordo a tutti essere in Italia un numero vastissimo rispetto agli altri paesi. Per queste circostanze, era molto adirato ed ha insistito a che gli dicessi la mia opinione. Ho prontamente risposto che quando 3-4 anni fa si apprese la volontà di farle nei fatti assorbire dalle grandi Banche, molti di noi promuovemmo interventi in più ambienti politici e sociali facendo presente l’errore grave che si stava commettendo.

Il primo riguardava il fatto che sarebbe avvenuta una concentrazione solo di grandi banche, e che peraltro il centro-sud sarebbe stato spogliato dei propri istituti di credito. Ma il fatto negativo più significativo, era rappresentato dal sottrarre ai territori il proprio denaro risparmiato, per dirigerli verso i grandi centri finanziari del mondo per la speculazione finanziaria, con danni gravi per il finanziamento di mutui per famiglie ed imprese. Infatti, le piccole banche quando erano amministrate da persone del territorio, per la loro reputazione in quanto conosciuti personalmente da risparmiatori e bisognosi di prestiti, non avrebbero mai distratto denari dal proprio territorio per fare trading.

Fatte queste mie considerazioni, l’imprenditore esprimendosi con gesti vistosi di condivisione, mi ha domandato del perché non ci sia stato alcun dibattito, prima che si procedesse per questo enorme errore. Io non ho potuto che dirgli che queste situazioni spiacevoli, avvengono perché la opinione pubblica attuale è fortemente distolta da i temi più importanti, e che invece più di un secolo fa, le banche di territorio furono fondate da cattolici e socialisti proprio per assicurare a persone e territori più autonomia. Ho insistito che se si ritenesse di riprenderci le sorti di più strumenti perduti favorevoli alla gente, occorrerà ricreare la stessa tensione morale e culturale di quell’epoca, attraverso l’interessamento di ciascuno. Molte cose negative stanno avvenendo perché ci siamo trasformati solo in tifosi della politica, dimenticandoci che la politica deve servire per tutelare gli interessi delle persone, e che le persone non devono delegare a nessuno le proprie sorti, prima di aver espresso le proprie opinione sui fatti salienti della propria vita.

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