Può un paese industrializzato come l’Italia consentirsi una classe dirigente lontana dalla cultura di mercato o comunque fuggire in ogni occasione a prendersi le proprie responsabilità, anche in momenti drammatici come quelli che stiamo vivendo? Nell’ultimo bimestre, che è stato il periodo più nero dal dopoguerra, la discussione che ha campeggiato nei talk show, è stata quella di dipingere l’Europa matrigna e nonostante le grandi decisioni prese a Bruxelles, che se pure ogni volta deve fare i conti con il criterio intangibile (voluti da tutti gli Stati, Italia compresa) che o tutti i membri sono d’accordo oppure non si fa nulla anche sul problema più urgente e più drammatico.
Insomma, nonostante ogni tipo di vincolo l’Europa ha deciso, ed ha deciso bene. Mi chiedo talvolta dove finiremmo se non avessimo, nonostante tutto, questo ancoraggio. Ma il tema, nei fatti contro la UE, che ha più impegnato una buona parte della classe dirigente, è stato quello del mes da rifiutare, pena la perdita di autonomia nazionale e riduzione in povertà del popolo italiano. Ma vediamo cosa è accaduto ad altri paesi che hanno fatto già ricorso al fondo salva stati istituito dal 2012: Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia, Cipro. Questi paesi che erano incappati in condizioni economiche e finanziare drammatiche, tutti successivamente hanno potuto ottenere un balzo in avanti.
La Grecia all’inizio ha avuto qualche problema di ripresa ma poi anch’essa si è avviata in qualche modo ad un sostanziale miglioramento. Costoro, prima del ricorso al fondo salva stati europeo, non erano più in grado di reperire nel mercato finanziario prestiti perché non avevano più nulla con cui garantirli. Va detto che i prestiti del fondo, vengono garantiti a chi ne ha drammatico bisogno, con tassi bassissimi, come se nel mercato finanziario venissero acquistati dal paese meglio valutato d’Europa per spread. Appena qualche anno dopo con politiche virtuose, mentre l’Euro zona dal 2012 al 2019 cumulando anche questi paesi è cresciuta +21,7%, la Spagna si è attestata a +20,8%, il Portogallo al 26,1%, l’Irlanda addirittura alla prodigiosa crescita +85% e Cipro +12%. Ora vediamo l’Italia nello stesso periodo senza aiuti: è cresciuta solo il 10%. Solo la Grecia ha fatto peggio con il -2%; ma la discussione sarebbe lunga e credo che qualche giorno si possa affrontare senza veli e miti.
Ovviamente i paesi che hanno messo a frutto risultati soddisfacenti hanno anche abbassato in modo importante il numero dei loro disoccupati. Se poi andiamo a misurare tra tutti questi paesi la forbice che più si è allargata in questi anni tra ricchi e poveri, prima tra tutti risulta l’Italia. Ed allora di cosa si sta parlando? Si dicono bugie, si fanno depistaggi, si guarda il dito e non la luna che viene indicata; si può continuare a fare così danno alla reputazione dell’Italia ed alla sua economia? Credo che nel paese bisognerà aprire una grande discussione se vogliamo restare nel novero dei paesi più sviluppati e democratici del mondo. Diversamente si prospetterà per noi una sorta di Venezuela, pur se il nostro popolo possiede energie ed ingegno e che lo collocherebbe in cima ad ogni classifica mondiale.