In Venezuela, il numero di “prigionieri politici” è salito a 1.780 dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio, come riportato dall’organizzazione Foro Penal. Prima delle elezioni, i prigionieri erano 199. L’incremento è avvenuto in seguito alla controversa rielezione di Nicolas Maduro e alle proteste dell’opposizione, che hanno causato 27 morti, 192 feriti e circa 2.400 arresti. L’opposizione denuncia repressione, mentre il governo accusa l’opposizione di incitare alla violenza.
Il Venezuela conta attualmente 1.780 “prigionieri politici”, un numero che è esploso dopo le contestate elezioni presidenziali del 28 luglio. Lo denuncia l’organizzazione per i diritti umani Foro Penal. Secondo l’Ong, prima del 28 luglio i “prigionieri politici” in Venezuela erano 199 e da allora sono aumentati di 1.581 unità, a seguito dell’ondata di arresti che ha seguito la controversa rielezione di Nicolas Maduro a presidente e le proteste dell’opposizione. Il giorno successivo all’annuncio della rielezione, le manifestazioni spontanee hanno provocato 27 morti e 192 feriti e circa 2.400 persone sono state arrestate, secondo i dati ufficiali.
“Abbiamo registrato (…) il più alto numero di prigionieri politici che il Venezuela abbia mai visto, almeno dall’inizio del XXI secolo”, ha dichiarato Foro Penal su X. Maduro è stato dichiarato vincitore con il 52% dei voti dal Consiglio nazionale elettorale (Cne), che però non ha reso pubblici i verbali dei seggi. L’opposizione, che ha pubblicato i verbali forniti dai suoi scrutatori, sostiene che il suo candidato Edmundo Gonzalez Urrutia ha ottenuto più del 60% dei voti. L’opposizione ha denunciato una “escalation repressiva”, mentre il governo ha accusato i suoi leader di incitare alla violenza e ha promesso di metterli in prigione. L’ufficio del pubblico ministero ha convocato Gonzalez Urrutia due volte, ma lui non si è presentato.
Fonte: Ansa
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