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Turchia: salvato lo speleologo statunitense Marck Dickey

L'esploratore quarantenne aveva avuto un'emorragia mentre esaminava le profondità della Grotta Morca, un complesso remoto di tortuosi passaggi sotterranei nelle montagne del Tauro, nella Turchia meridionale

Dopo nove giorni al buio, lo speleologo americano Mark Dickey – che si è ammalato il 2 settembre nel fondo di una grotta nel sud della Turchia – è stato salvato e riportato in superficie.

Turchia: lo speleologo Usa è stato salvato

Lo speleologo americano che si è ammalato il 2 settembre nel fondo di una grotta nel sud della Turchia è stato salvato e riportato in superficie. Dopo nove giorni Mark Dickey, 40 anni, ha rivisto la luce, hanno riferito le squadre di soccorso sul posto. Lo speleologo statunitense è stato tratto in salvo da una squadra internazionale di soccorritori. L’uomo ha trascorso nove giorni intrappolato negli stretti cunicoli di una grotta turca con un’emorragia interna. “Mark Dickey è stato estratto dall’ultima uscita della grotta”, ha dichiarato la Federazione speleologica turca, aggiungendo che “la parte dell’operazione di soccorso in grotta si è conclusa con successo”.

L’esploratore quarantenne ha avuto problemi di stomaco mentre esaminava le profondità della Grotta Morca, un complesso remoto di tortuosi passaggi sotterranei nelle montagne del Tauro, nella Turchia meridionale. La grotta, la terza più profonda della Turchia, raggiunge quasi 1,3 chilometri sotto terra nel suo punto più basso. Dickey si è sentito male a 1.120 metri di profondità, dando il via a quella che, secondo gli organizzatori, è stata una delle più grandi e complicate operazioni di salvataggio sotterraneo mai realizzate. Una squadra internazionale di 200 soccorritori, compagni di esplorazione e medici ha iniziato a portare Dickey in salvo con cautela, dopo avergli fatto una trasfusione di sangue. Per prima cosa lo hanno legato a una barella, che a volte doveva essere sollevata verticalmente con una corda attraverso passaggi particolarmente stretti. Le squadre che tiravano le corde facevano di tanto in tanto delle pause, risalendo in superficie prima di tornare sottoterra. “Ci congratuliamo con tutti coloro che hanno contribuito all’operazione”, ha dichiarato la Federazione speleologica turca.

Fonte: Ansa

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