“Il successore”, Francesco racconta Benedetto XVI. Due visioni differenti ma non in contraddizione

Esce in Italia il libro del giornalista spagnolo Javier Martínez-Brocal. Un'intervista a Papa Francesco centrata sul suo rapporto col predecessore, papa Benedetto XVI

Foto © Stefano Carofei (Imagoeconomica)

Esce in Italia il libro “Il successore. I miei ricordi di Benedetto XVI” del giornalista spagnolo Javier Martínez-Brocal. Dopo il successo dell’edizione spagnola, l’atteso libro è stato tradotto e pubblicato in italiano dalle edizioni Marsilio. Si tratta di un’intervista a Papa Francesco centrata sul suo rapporto col predecessore, papa Benedetto XVI.

Il libro ricostruisce nei dettagli gli avvenimenti degli ultimi dieci anni caratterizzati dall’anomala convivenza di due papi in Vaticano: il papa tedesco dimissionario e il suo successore argentino, primo papa proveniente dal Nuovo Continente.

L’intervista ha un tono amichevole e sincero. Per questo, e per la particolarità della tematica trattata, ha attirato molti commenti e molte critiche tanto da farlo diventare uno dei libri più attesi e interessanti del panorama editoriale attuale.

Il rapporto tra i due pontefici viene ricostruito dalla voce di uno dei due protagonisti che afferma chiaramente che Benedetto si è sempre comportato in maniera leale nei suoi confronti.

Una tesi che molti commentatori hanno negato, o che faticano ad accettare, vista la distanza di stile tra i due profili intellettuali e spirituali. È a loro che il Pontefice si è voluto rivolgere con l’intenzione di smentire una volta per tutte la narrazione che vede i due papi vissuti in aperto contrasto tra loro.

«Benedetto XVI e io abbiamo avuto un rapporto molto profondo e voglio che si sappia. Voglio che tutti ne siano a conoscenza senza intermediari. È un uomo che ha avuto il coraggio della rinuncia e che, da quel momento, ha continuato ad accompagnare la Chiesa e il suo successore». E sulla continuità tra i papi: “«Io direi che ogni pontificato è in continuità con il precedente. (…) Negli ultimi papi, diciamo da Leone XIII in avanti, vedo costanti segnali di continuità: continuità e differenza […]. …Nella continuità, ciascuno ha apportato il suo carisma personale».

C’è chi invece ha preferito – e preferisce ancora – parlare di una “guerra fredda”, un conflitto silenzioso tra due diverse, se non opposte, visioni della Chiesa, combattuto soprattutto sui temi più scottanti quali l’ecologia, gli abusi, il clericalismo, il ruolo delle donne, la sinodalità e il celibato sacerdotale.

Ma il tema più caldo è certamente quello della Messa in Latino, il Rito Romano tradizionale (pre-conciliare) che papa Francesco ha voluto disciplinare con fermezza negando le aperture e le concessioni disposte dal suo predecessore mentre egli era ancora in vita. Un argomento sul quale Francesco, interrogato dal giornalista, ha evitato di rispondere sviando la domanda su altre questioni.

Come scrive Martínez-Brocal nella sua introduzione: «La rivalità tra i “sostenitori” dei due papi portò ad attribuire all’uno o all’altro la responsabilità di tutti i mali della Chiesa, oppure, viceversa, a identificare nell’uno o nell’altro l’unica soluzione possibile alle nuove sfide». Il tutto con la complicità – ammette il giornalista – dei media, pronti a rilanciare gli aspetti più scottanti ed eclatanti «senza coglierne le sfaccettature». Il risultato di questa narrazione fu che «in alcuni ambienti, l’elogio dell’uno era visto come un’offesa all’altro».

Per questo, dopo la morte di Benedetto XVI, il giornalista spagnolo ha proposto al Papa la stesura di un libro per chiarire al mondo, per bocca di uno dei protagonisti, quale fu il vero rapporto tra i due pontefici e quali sentimenti animavano i due pontefici in mezzo a tensioni che furono soprattutto mediatiche.

L’intervista diventa l’occasione per svelare dettagli e aneddoti fin ora sconosciuti, in particolare alcuni particolari riguardanti il Conclave del 2005 che elesse Benedetto XVI (e in cui il cardinale Bergoglio ricevette numerose preferenze) e quello del 2013 che elesse l’arcivescovo di Buenos Aires, preceduto dai giorni, pieni di incognite e sospensione, della rinuncia di Benedetto XVI e della convocazione del nuovo Conclave.

Ma anche sull’esequie del papa Emerito e su alcune riforme volute da Francesco per il futuro. Nel libro il Santo Padre afferma infatti che dopo le esequie di Benedetto XVI ha deciso di cambiare le regole per il funerale dei papi, secondo lui “un rito troppo sovraccarico” ed eccessivo; al tempo stesso offre alcune indicazioni per la sua sepoltura che, afferma, avverrà nella Basilica di Santa Maria Maggiore e non nelle grotte vaticane come consuetudine per tutti i Pontefici.

Inoltre, attraverso le sue risposte, Francesco rivela alcuni suoi pensieri e particolari preoccupazioni e decisioni; come ad esempio quella di sciogliere la segreteria papale e di cambiare segretario, o collaboratore personale «ogni quattro o cinque anni» evitando incarichi a vita, perché «fare il segretario è difficilissimo. Un buon segretario ti aiuta senza lasciare traccia di sé»; al contrario «avere un segretario onnipotente non è una cosa buona».

Un libro utile per comprendere meglio il vero rapporto tra i due papi i quali, pur mantenendo ognuno le sue particolarità hanno dimostrato mutuo rispetto e stima per il bene della Chiesa. «Naturalmente non era d’accordo con alcune mie decisioni, ma con il suo silenzio le ha sempre rispettate. Servono santità e molto coraggio per questo». Due visioni spesso contrapposte ma non in contraddizione, come insegna il teologo Romano Guardini attraverso un libro molto caro a papa Francesco “L’opposizione polare” a cui il giornalista dedica una riflessione partendo da un aneddoto personale.