L’Italia è ancora fanalino di coda in Europa per quanto riguarda le start-up attive nel campo dell’Intelligenza Artificiale: il nostro Paese vede appena 0,68 start-up per milione di abitanti, a fronte di valori di 1,99 e 2,05 rispettivamente per Germania e Francia, per un totale di poco più di 350 start up fondate a partire dal 2017.
Start up e Ia: Italia fanalino di coda in Europa
Sono i dati forniti dal rapporto presentato oggi a Roma dall’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale, nell’ambito della Giornata Airi per l’Innovazione Industriale, quest’anno dedicata all’IA. I numeri riportati evidenziano la necessità di forti investimenti, nonostante il panorama delle start-up italiane che lavorano con l’IA stia già attraversando una fase di rapida evoluzione. I settori maggiormente coinvolti, secondo quanto riportato da Airi, sono quelli dei servizi, del marketing e della finanza, mentre la maggior parte delle applicazioni riguardano chatbot, voicebot e assistenti virtuali che ottimizzano il supporto clienti, risolvendo fino al 90% delle chiamate senza intervento umano. In base al Rapporto, sarebbe di fondamentale importanza la creazione di un’infrastruttura nazionale dedicata all’addestramento dei modelli di IA su larga scala, che contribuirebbe a ridurre i costi elevati associati sia per le aziende che per i centri di ricerca. Gli autori del report affermano che tale infrastruttura dovrebbe coinvolgere le eccellenze italiane come Leonardo, Eni e Fastweb, l’Istituto Italiano di Tecnologia e il consorzio per il supercalcolo Cineca, cui aderiscono molte università e centri di ricerca.
Fonte Ansa