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Le “spese obbligate” sono il 41,8% dei consumi, pesa casa e energia

La voce principale tra le spese obbligate, secondo i dati Confcommercio, è l'abitazione, seguita da energia, gas e carburanti

Le spese obbligate, pur calando leggermente al 41,8% nel 2024, continuano a incidere pesantemente sui bilanci familiari. Lo rivelano i dati Confcommercio. La voce principale tra queste spese è l’abitazione seguita da energia, gas e carburanti. Queste spese ammontano a oltre 9.000 euro su circa 21.800 euro di consumi pro capite all’anno. Carlo Sangalli di Confcommercio ha sottolineato la necessità di ridurre il carico fiscale per sostenere i consumi, dato che i prezzi delle spese obbligate sono aumentati più del doppio rispetto ai beni commercializzabili.

Confcommercio, le spese obbligate sono il 41,8% dei consumi

L’incidenza delle spese obbligate sui bilanci familiari cala leggermente rispetto allo scorso anno ma per Confcommercio resta comunque troppo alta e “mangia” il 41,8% dei consumi delle famiglie. Secondo i dati dell’Ufficio Studi della Confederazione, “su un totale di circa 21.800 euro pro capite di consumi all’anno, oltre 9.000 euro se ne vanno per il complesso delle spese obbligate (348 euro in più rispetto al 2019)”. Tra queste spese, la principale è la voce abitazione (4.830 euro), al cui interno un peso rilevante – anche se costantemente in calo dal 1995 ad oggi – viene dall’aggregato energia, gas e carburanti con 1.721 euro. “Le spese obbligate, soprattutto quelle legate all’abitazione, penalizzano sempre di più i bilanci delle famiglie e di conseguenza riducono i consumi. Consumi che sono la principale componente della domanda interna. Per sostenerli occorre confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale”, ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli commentando i dati diffusi oggi.

Moderata riduzione delle spese obbligate nel 2024

Nel 2023 le spese obbligate erano al 42,2% e nel 2024 hanno avuto una “moderata riduzione” al 41,8%. Nel 2019 erano 40,6%, nel 1995 36,6%. I beni commercializzabili (dal cibo ai libri, dalle auto agli elettrodomestici) invece quest’anno sono calati a 38,3% dal 38,7% del 2023. In compenso aumentano i servizi commercializzabili (dai trasporti al telefono, dall’istruzione alle vacanze): dal 19,2% del 2023 al 19,9% di quest’anno. Secondo Confcommercio, “ad amplificare la dimensione e, quindi, il peso delle spese obbligate è anche la dinamica dei prezzi che mostra una notevole difformità rispetto a quella degli altri beni e servizi: tra il 1995 e il 2024, infatti, l’indice di prezzo degli obbligati (+122,7%) è cresciuto più del doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili (+55,6%), dinamica influenzata anche da un deficit di concorrenza tra le imprese fornitrici di beni e servizi obbligati”.

Fonte: Ansa

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