Continuano le sparatorie di massa negli Stati Uniti con un nuovo bilancio pesantissimo nella sola notte di sabato: quattro adolescenti sono stati uccisi a una festa di compleanno in Alabama, nella città di Dadeville.
La mattanza è avvenuta durante il party che negli Stati Uniti chiamano ‘Sweet Sixteen’, un momento di passaggio importante per ogni teenager americano come le feste di 18 anni in Italia. Ancora non è chiaro chi e perché abbia aperto il fuoco.
Sparatoria in Alabama, i feriti salgono a 28 e alcuni sono gravi
Sono saliti a 28 i feriti nella sparatoria di massa ad una festa di compleanno a Dadeville, in Alabama, nella quale sono stati uccisi quattro adolescenti. Lo ha detto la polizia locale in una conferenza stampa precisando che alcune delle persone colpite “sono in condizioni critiche”. Il sergente Jeremy Burkett ha anche rivolto un appello alla comunità a fornire qualsiasi informazioni utili per riuscire a prendere il killer.
Strage in Alabama, morto anche il fratello della festeggiata
Tra le quattro vittime della sparatoria sabato notte ad una festa di compleanno a Dadeville, in Alabama, anche il fratello della festeggiata, la sedicenne Alexis. Lo ha detto ai media locali la nonna del ragazzo, Phil Dowell, Annette Allen. “Era un ragazzo molto, molto umile. Aveva sempre il sorriso sulle labbra”, ha raccontato la nonna del teenager che giocava a football e si sarebbe diplomato a giugno. Gli abitanti del piccolo centro di 3.000 abitanti si sono riuniti questa sera per una veglia in onore delle vittime dei 28 feriti. La polizia sta ancora cercando il killer.
Biden: “Dove sono arrivati gli Usa se si muore ad una festa?”
Joe Biden torna ad attaccare la violenza delle armi dopo due sparatorie di massa in Alabama e Kentucky [dove due persone sono state uccise in un parco, ndr] nella notte di sabato scorso.
“Dove sono arrivati gli Stati Uniti se dei ragazzi non possono partecipare ad una festa senza avere paura? Se i genitori devono preoccuparsi ogni volta che i loro figli escono per andare a scuola, al cinema o al parco?”, ha detto il presidente americano in un comunicato sottolineando che le armi “sono il principale killer di bambini in America e i numeri sono in aumento non in calo”. “Questo è oltraggioso e inaccettabile”, ha tuonato Biden che poi ha attaccato i politici repubblicani che si sono schierati al fianco dell’Nra, la potente lobby delle armi, “in una corsa al ribasso su leggi pericolose che erodono ulteriormente i controlli. Le nostre comunità hanno bisogno e meritano di meglio”.
La strage a Lincoln, in Pennsylvania
Sempre la notte di sabato due studenti sono rimasti feriti in una sparatoria al campus dell’università di Lincoln, in Pennsylvania, mentre venerdì due giovani, di 22 e 17 anni, sono stati uccisi ad una festa in una residenza universitaria della James Madison University, in Virginia. Una tragedia dietro l’altra, a poco più di due settimane dalla strage in una scuola elementare cristiana di Nashville, in Tennessee, nella quale sono morti tre bambini e tre adulti.
150 sparatorie di massa in pochi mesi
Dall’inizio del 2023 ci sono state oltre 150 sparatorie di massa, più dei giorni trascorsi quest’anno, secondo i dati dell’organizzazione noprofit ‘Gun Violence Archive’. L’anno scorso ce ne sono state 647, una media di due al giorno. Alcune stragi, tra le quattro mura di casa, non arrivano neanche sui media. Una piaga che non sembra avere una soluzione nonostante gli appelli di Biden al Congresso a vietare la vendita dei fucili d’assalto, “armi da guerra” come le ha definite il presidente americano, e imporre maggiori controlli sull’età e il background di chi vuole acquistare una pistola. Ma il messaggio non riesce a sfondare in un Paese che ha 300 milioni abitanti e 400 milioni di armi.
E dove la National Rifle Association (NRA) è così potente da attirare alla sua ultima convention in questi giorni tutti i principali candidati del partito repubblicano, Donald Trump in testa, che le hanno giurato fedeltà eterna.
Fonte: Ansa