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Salute, gli alimenti che riducono il rischio di acufene

Uno studio ha rilevato che esiste una relazione accertata tra alcuni cibi e la riduzione della sintomatologia

cucina
Foto di Jimmy Dean su Unsplash

Un recente studio ha rilevato che esiste una relazione accertata tra la riduzione di alcuni alimenti nella dieta quotidiana e il rischio di acufeni, fastidiosi rumori nell’orecchio non sollecitati da fonti esterne.

La ricerca

Frutta, fibre alimentari, latticini e caffeina: sono questi gli ingredienti per ridurre il rischio di acufene (ronzio nelle orecchie), secondo un’analisi pubblicata sulla rivista BMJ Open e condotta in Cina da esperti della Chengdu University of Traditional Chinese Medicine. Il possibile motivo potrebbe essere l’effetto protettivo di queste diete sui vasi sanguigni e sui nervi, nonché le loro proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.

L’acufene

L’acufene è la percezione di un suono (squillo, ronzio o ticchettio) in assenza di una fonte esterna. I dati indicano che colpisce circa il 14% degli adulti in tutto il mondo ed è associato a depressione, ansia, stress e, nei casi più gravi, al suicidio. Non esiste una cura, ma trattamenti come la terapia comportamentale, farmaci e apparecchi acustici possono aiutare a ridurre i sintomi. Nella ricerca sono stati analizzati dati relativi a 301.533 persone e valutati 15 fattori dietetici utilizzando questionari ad hoc, tra cui carboidrati, caffeina, uova, frutta, fibre, grassi, carne, proteine, zucchero, pesce, verdure e latticini.

Le conclusioni

Gli esperti hanno rivelato che un maggiore consumo di frutta, fibre alimentari, latticini e caffeina si associa a una riduzione dell’insorgenza di acufeni. Le riduzioni sono state del 35% per l’assunzione di frutta, del 9% per le fibre alimentari, del 17% per i latticini e del 10% per l’assunzione di caffeina. Non è stata trovata alcuna associazione tra altri fattori dietetici e acufene e i risultati sono stati confermati da ulteriori analisi. Sono comunque necessari ulteriori studi su larga scala “per completare e verificare la relazione tra l’assunzione di alimenti e l’acufene”, concludono i ricercatori.

Fonte: Ansa

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